Pd, Bori parla da segretario: «Per prima cosa chiedo scusa...», e guarda all'Italia mediana

Tommaso Bori
PERUGIA «Per prima cosa chiedo scusa, per lo smarrimento e la delusione in cui è arrivata a trovarsi la nostra comunità». Tommaso Bori apre così...

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PERUGIA «Per prima cosa chiedo scusa, per lo smarrimento e la delusione in cui è arrivata a trovarsi la nostra comunità». Tommaso Bori apre così il suo discorso da segretario regionale del Pd di fronte - attraverso Zoom - all’assemblea regionale del partito aperta anche ai “dissidenti” del congresso. La tappa di ieri doveva essere celebrata oltre sei mesi fa: la data del voto congressuale, infatti, era stata fissata a ottobre dello scorso anno, poi l’emergenza sanitaria e una buona quantità di diatribe hanno fatto slittare tutto e ridotto da quattro a uno i candidati a segretario. Il voto nei circoli, poco più che una formalità, è andato in scena negli ultimi giorni di aprile.


Il Pd dell’Umbria torna ad avere un segretario eletto dopo oltre tre anni. Il commissariamento era iniziato dalle dimissioni di Giacomo Leonelli a marzo del 2018 ed era stato interrotto solo nei 4 mesi di Gianpiero Bocci segretario, prima dell’esplosione del caso Sanitopoli.
Trentacinque anni, medico, eletto un anno e mezzo fa in consiglio regionale dopo l’attività nel sindacato universitario e i 10 anni a Palazzo dei Priori, da ieri pomeriggio Tommaso Bori guida il Partito democratico umbro con l’intenzione di guardare oltre: «Costruire la vera alternativa, trasformando il dissenso per la destra arrogante e incapace in consenso per noi... le amministrative sono una tappa intermedia per arrivare ad un campo largo». Le prime mosse: il segretario lascerà l’incarico di capogruppo in consiglio regionale - al suo posto possibile più Michele Bettarelli che Donatella Porzi -, avvierà subito un forum degli amministratori, un “laboratorio” per la comunicazione e anche qualcosa di simile alle “scuole di partito”, vale a dire attività di formazione politica, con l’idea di sostenere la campagna di tesseramento. «Voglio aprire il Pd e ripensare il modello di Umbria, non posso farlo da solo, ma basta con tatticismi, vanità personali, furbizie... e basta anche con certo notabilato e certe correnti».
Il neo segretario piazza anche una serie di indicazioni di marcia: «Lavoro, servizi pubblici, che vuol dire sanità, scuola e università, e poi il Pnrr ... - su cui nei prossimi giorni sarà organizzato un seminario - e la sfida dell’Italia mediana con la quale misurarsi».
A tenere a battesimo il nuovo corso dei dem, ieri, Brando Benifei (capodelegazione del Pd al Parlamento europeo) e il vicesegretario nazionale Giuseppe Provenzano che dopo aver messo in fila alcune idee «giustizia sociale, lotta alle diseguaglianze e alle fragilità», ha rimarcato anche come a suo avviso «questo congresso regionale era necessario e anche la segreteria nazionale lo ha voluto... perché alcune divisioni interne a volte non sono parse legate alle vere questioni dell’Umbria... il punto non sono le correnti in quanto differenze culturali o politiche, ma il problema c’è se queste diventano filiere di potere o amicali, e questo tipo di cose è accaduto anche in Umbria». Poi ancora con maggiore chiarezza: «Tommaso Bori è il nuovo segretario regionale, ha il sostegno del Pd nazionale che dovrà essere più vicino ai territori, a lui la responsabilità di costruire un terreno unitario dentro e fuori dal partito».

L’’assemblea è stata l’occasione anche per il rinnovo degli organismi statutari con l’elezione di Cristina Papa a presidente con Donatella Casciarri e Daniele Longaroni vice; tesoriere Enzo Santucci, che presto sarà affiancato da un comitato di tesoreria, e Andrea Cavicchioli, Manola Tromboni, Gianfranco Chiacchieroni, Valter Carloia e Stefania Capacci in commissione di garanzia. Inizia così, in una domenica d’estate, con qualche applauso che si sente pure attraverso Zoom il nuovo corso del Pd umbro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero