Pd, Bori parla da segretario: «Per prima cosa chiedo scusa...», e guarda all'Italia mediana

Tommaso Bori
di Federico Fabrizi
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Lunedì 14 Giugno 2021, 20:14

PERUGIA «Per prima cosa chiedo scusa, per lo smarrimento e la delusione in cui è arrivata a trovarsi la nostra comunità». Tommaso Bori apre così il suo discorso da segretario regionale del Pd di fronte - attraverso Zoom - all’assemblea regionale del partito aperta anche ai “dissidenti” del congresso. La tappa di ieri doveva essere celebrata oltre sei mesi fa: la data del voto congressuale, infatti, era stata fissata a ottobre dello scorso anno, poi l’emergenza sanitaria e una buona quantità di diatribe hanno fatto slittare tutto e ridotto da quattro a uno i candidati a segretario. Il voto nei circoli, poco più che una formalità, è andato in scena negli ultimi giorni di aprile.
Il Pd dell’Umbria torna ad avere un segretario eletto dopo oltre tre anni. Il commissariamento era iniziato dalle dimissioni di Giacomo Leonelli a marzo del 2018 ed era stato interrotto solo nei 4 mesi di Gianpiero Bocci segretario, prima dell’esplosione del caso Sanitopoli.
Trentacinque anni, medico, eletto un anno e mezzo fa in consiglio regionale dopo l’attività nel sindacato universitario e i 10 anni a Palazzo dei Priori, da ieri pomeriggio Tommaso Bori guida il Partito democratico umbro con l’intenzione di guardare oltre: «Costruire la vera alternativa, trasformando il dissenso per la destra arrogante e incapace in consenso per noi... le amministrative sono una tappa intermedia per arrivare ad un campo largo». Le prime mosse: il segretario lascerà l’incarico di capogruppo in consiglio regionale - al suo posto possibile più Michele Bettarelli che Donatella Porzi -, avvierà subito un forum degli amministratori, un “laboratorio” per la comunicazione e anche qualcosa di simile alle “scuole di partito”, vale a dire attività di formazione politica, con l’idea di sostenere la campagna di tesseramento. «Voglio aprire il Pd e ripensare il modello di Umbria, non posso farlo da solo, ma basta con tatticismi, vanità personali, furbizie... e basta anche con certo notabilato e certe correnti».
Il neo segretario piazza anche una serie di indicazioni di marcia: «Lavoro, servizi pubblici, che vuol dire sanità, scuola e università, e poi il Pnrr ... - su cui nei prossimi giorni sarà organizzato un seminario - e la sfida dell’Italia mediana con la quale misurarsi».
A tenere a battesimo il nuovo corso dei dem, ieri, Brando Benifei (capodelegazione del Pd al Parlamento europeo) e il vicesegretario nazionale Giuseppe Provenzano che dopo aver messo in fila alcune idee «giustizia sociale, lotta alle diseguaglianze e alle fragilità», ha rimarcato anche come a suo avviso «questo congresso regionale era necessario e anche la segreteria nazionale lo ha voluto... perché alcune divisioni interne a volte non sono parse legate alle vere questioni dell’Umbria... il punto non sono le correnti in quanto differenze culturali o politiche, ma il problema c’è se queste diventano filiere di potere o amicali, e questo tipo di cose è accaduto anche in Umbria». Poi ancora con maggiore chiarezza: «Tommaso Bori è il nuovo segretario regionale, ha il sostegno del Pd nazionale che dovrà essere più vicino ai territori, a lui la responsabilità di costruire un terreno unitario dentro e fuori dal partito».
L’’assemblea è stata l’occasione anche per il rinnovo degli organismi statutari con l’elezione di Cristina Papa a presidente con Donatella Casciarri e Daniele Longaroni vice; tesoriere Enzo Santucci, che presto sarà affiancato da un comitato di tesoreria, e Andrea Cavicchioli, Manola Tromboni, Gianfranco Chiacchieroni, Valter Carloia e Stefania Capacci in commissione di garanzia.

Inizia così, in una domenica d’estate, con qualche applauso che si sente pure attraverso Zoom il nuovo corso del Pd umbro.

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