Papale Papale/ L'università un po' Tafazzi

Giacomo di Aldo, Giovanni e Giacomo nel personaggio di Tafazzi
PERUGIA - Con la medesima disinvoltura con cui la giustizia riesce a farsi male da sola assolvendo dopo anni assassini per errori commessi proprio durante il travaglio...

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PERUGIA - Con la medesima disinvoltura con cui la giustizia riesce a farsi male da sola assolvendo dopo anni assassini per errori commessi proprio durante il travaglio giudiziario,così l’università pare trarre piacere dallo stesso esercizio con varianti più simpatiche.


Due giorni fa il Tribunale amministrativo regionale, conosciuto come Tar, ha stabilito che i premi dati ai prof in base a una sorta di autocertificazione di fedeltà didattica erano legittimi. A parte il piacere dei giudici del Tar di ribaltare sempre più spesso quanto contenuto nelle delibere di spesa degli enti, riaprendo ospedali chiusi per debiti, riesumando uffici postali cancellati per necessità e restituendo le pecore a Heidi, era stata proprio l’università a concedere i suddetti premi. Non solo: una volta pagati i premi e siccome qualcuno (anche un programma tv) aveva messo in discussione la concessione, l’ateneo aveva chiesto indietro quei soldi indicando i prof con l’indice puntato e definendoli dei furbetti. Una sorta di autoflagellazione cui il Tar ora ha posto fine sfilando di mano il cilicio ai lesti amministratori dell’ateneo già recidivi con altri vicende.

Come quello del professor Crisanti, esperto di zanzare e malaria, cui l’università aveva sparato con il bazooka. Il risultato? Crisanti e le zanzare hanno schivato il proiettile finito in direzione ostinata e contraria sull’ateneo. Anni fa c’era Tafazzi, il tizio di uno sketch che si martellava il basso ventre a bottigliate. L’Università a volte pare impegnata nella stessa attività. Tafazzi con quella prassi faceva ridere guadagnandoci. L’Ateneo solo ridere.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero