Valeria, l'ostetrica ternana che fa nascere i bimbi della zona rossa

Valeria Pitotti
La sua vita, in questo momento, è tutta casa e lavoro ma non si può dire che non sia un'esistenza avventurosa quella di Valeria Pitotti, ternana che fa...

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La sua vita, in questo momento, è tutta casa e lavoro ma non si può dire che non sia un'esistenza avventurosa quella di Valeria Pitotti, ternana che fa l'ostetrica a Imola. L'Emilia Romagna è una delle regioni in cui il vento della pandemia soffia più forte e far nascere i bambini in questo periodo non è una cosa semplice. «Parti con mamme positive non ne abbiamo avuti ma Imola è molto vicina a Medicina, e lì ci sono stati tantissimi casi di positivi e per lungo tempo il comune è stato zona rossa. In quel periodo sono venute a partorire da noi una decina di mamme che abbiamo, comunque trattato come gestanti potenzialmente positive». Anche una collega di Valeria, che abita a Medicina, si è ammalata. «Fortunatamente quando il comune è stato dichiarato zona rossa lei era a casa e non è più venuta a lavorare. Qualche giorno dopo si è ammalata. Ma ora sta bene: le hanno somministrato una terapia sperimentale messa a punto dall'università di Bologna». Quindi Valeria e le sue colleghe si sono alternate, in quel periodo, in sala parto con camici mascherine e visiere. Non una impresa facile far nascere i bambini in quella condizione. «E' vero, ma ce l'abbiamo fatta. E, soprattutto abbiamo cercato di stare vicino alle mamme, di far vivere il più possibile con naturalezza il parto». Una attenzione così grande verso le donne che stanno per partorire, che l'ospedale di Imola dove lavora Valeria, permette ai futuri papà di assistere al travaglio e poi di stare per un paio d'ore dopo il parto con la mamma e il bambino anche in periodo di pandemia,

«E' un momento talmente importante quello del parto che se le donne non sono adeguatamente supportare rischiano poi di avere successivamente dei problemi. Dunque preferiamo che ci sia anche il papà presente nel momento in cui questa famiglia comincia», spiega Valeria.

Successivamente il papà «può venire una volta al giorno, per un'ora». Se durante il parto è andato tutto bene, le mamme vengono dimesse dopo due giorni. La vita, dunque, va avanti, anche grazie alle ostetriche, che devono stare a contatto con le mamme, nonostante tutto. «Quando entriamo in sala parto ora abbiamo comunque le mascherine ma non le tute. Da quando c'è il coronavirus sono nati 74 bambini». Valeria da ragazza era una canoista. Nostalgia dello sport? «Ormai è fa parte del mio passato. Ora ho molto meno tempo e nella mia vita ci sono altre priorità». Come quella di far arrivare la cicogna a Imola senza rischi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero