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ORVIETO Bene, ma non benissimo. Il capodanno orvietano è andato in archivio sulle note della ventottesima edizione di Umbria Jazz Winter e portando con sé anche con tutte le incertezze, le disdette, le paure, l'obbligo di indossare le mascherine, i controlli sui distanziamenti, e i cambi di programma che hanno caratterizzato gli ultimi giorni del 2021. Un fine anno, almeno nella città del Duomo, che è filato via decisamente sotto tono, sotto tutti i punti di vista, e che, anche se è presto per per fare un bilancio definitivo, non può dirsi nemmeno lontanamente all'altezza di quello 2019. Ma dopo lo stop del 2020, la voglia di provarci ancora a vivere c'era, e c'è, e così Orvieto ha in parte reagito, così come Umbria Jazz Winter che si è vista costretta a cambi di programma, a annullamenti dell'ultima ora, e a rinunce importanti, come l'aver dovuto cancellare le amatissime street parade dei FunkOff. Ma altro modo non c'era per tornare in scena. Così dall'organizzazione di Ujw ai ristoranti, agli alberghi, a tutte le attività, tutti ci si è dovuti adattare ai capricci dell'ospite dell'ultimo minuto, quel Covid che negli ultimi giorni di dicembre ha bussato purtroppo a tante porte. Qualche ristorante ha rinunciato a monte, troppa la paura, troppo grande il rischio contagi, qualche altro ha chiuso per forza sotto i colpi inferti dal Covid a qualche membro dello staff, qualche altro ha registrato dolorosamente qualche disdetta dell'ultimo momento, causa Covid, causa paura, causa chissà cosa. Qualcuno ha lavorato bene e al completo, qualcuno solo con orvietani, qualcuno solo con asporto, qualcuno ha coperto i buchi con i molti turisti, jazz e non, arrivati in città senza prenotazioni, quelli che vediamo che succede e poi decidiamo. Qualcuno si è trovato il locale mezzo vuoto, e così ha cambiato da cenone a menù alla carta. Del resto con la spesa fatta per tempo, e con tutte le incertezze e le paure che l'impennata dei casi Covid ha portato con sé, meglio non si poteva fare, e si è lavorato. Un fine anno insomma che poteva andare peggio, un capodanno in cui in molti erano preparati alla sconfitta. Sconfitta non è stata però, Orvieto ha reagito come ha potuto e sia i concerti, sia le cene del 31 dicembre sono andati in porto. Senza il pienone delle grandi edizioni passate ma con i compromessi del momento storico attuale, insomma si è dimostrato che si può organizzare anche in pandemia.
Il Messaggero