Orvieto, Umbriajazz più forte del covid: concerti confermati e pubblico nonostante le difficcoltà

Orvieto, Umbriajazz più forte del covid: concerti confermati e pubblico nonostante le difficcoltà
di Monica Riccio
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Domenica 2 Gennaio 2022, 16:53 - Ultimo aggiornamento: 17:37

ORVIETO Bene, ma non benissimo. Il capodanno orvietano è andato in archivio sulle note della ventottesima edizione di Umbria Jazz Winter e portando con sé anche con tutte le incertezze, le disdette, le paure, l'obbligo di indossare le mascherine, i controlli sui distanziamenti, e i cambi di programma che hanno caratterizzato gli ultimi giorni del 2021. Un fine anno, almeno nella città del Duomo, che è filato via decisamente sotto tono, sotto tutti i punti di vista, e che, anche se è presto per per fare un bilancio definitivo, non può dirsi nemmeno lontanamente all'altezza di quello 2019. Ma dopo lo stop del 2020, la voglia di provarci ancora a vivere c'era, e c'è, e così Orvieto ha in parte reagito, così come Umbria Jazz Winter che si è vista costretta a cambi di programma, a annullamenti dell'ultima ora, e a rinunce importanti, come l'aver dovuto cancellare le amatissime street parade dei FunkOff. Ma altro modo non c'era per tornare in scena. Così dall'organizzazione di Ujw ai ristoranti, agli alberghi, a tutte le attività, tutti ci si è dovuti adattare ai capricci dell'ospite dell'ultimo minuto, quel Covid che negli ultimi giorni di dicembre ha bussato purtroppo a tante porte. Qualche ristorante ha rinunciato a monte, troppa la paura, troppo grande il rischio contagi, qualche altro ha chiuso per forza sotto i colpi inferti dal Covid a qualche membro dello staff, qualche altro ha registrato dolorosamente qualche disdetta dell'ultimo momento, causa Covid, causa paura, causa chissà cosa. Qualcuno ha lavorato bene e al completo, qualcuno solo con orvietani, qualcuno solo con asporto, qualcuno ha coperto i buchi con i molti turisti, jazz e non, arrivati in città senza prenotazioni, quelli che vediamo che succede e poi decidiamo. Qualcuno si è trovato il locale mezzo vuoto, e così ha cambiato da cenone a menù alla carta. Del resto con la spesa fatta per tempo, e con tutte le incertezze e le paure che l'impennata dei casi Covid ha portato con sé, meglio non si poteva fare, e si è lavorato. Un fine anno insomma che poteva andare peggio, un capodanno in cui in molti erano preparati alla sconfitta. Sconfitta non è stata però, Orvieto ha reagito come ha potuto e sia i concerti, sia le cene del 31 dicembre sono andati in porto. Senza il pienone delle grandi edizioni passate ma con i compromessi del momento storico attuale, insomma si è dimostrato che si può organizzare anche in pandemia. Con tante, ma tante regole da rispettare. Nelle location sede di concerti massimi sono stati i controlli e tutto è filato liscio, nei ristoranti e negli alberghi la ricettività ha fatto della sicurezza il proprio biglietto da visita, così ovunque, negozi compresi. Oggi, ultimo giorno in città per Umbria Jazz Winter, sarà il giorno dei bilanci, ma anche quello del Festival Closing affidato a George Cables Trio con Piero Odorici alle 20:30 al Palazzo del Popolo, in contemporanea al Palazzo dei Sette con Massimo Moriconi & Emilia Zamuner e Darryl Hall & Jerome Jennings. Apriranno la giornata Lionel Loueke Solo alle 12 al Museo Emilio Greco e al Palazzo del Popolo The Anthony Paule Soul Orchestra alle 13. Nel pomeriggio spazio a Luca Aquino Giovanni Guidi Duo al Museo Greco e Bill Frisell, Sarah McKenzie, Romero, Lubambo, Jaques Morelenbaum al Palazzo dei Sette.

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