Orvieto. No della Prefettura all'intitolazione dell'Orto di San Giovenale alle vittime del terremoto di Amatrice

Orvieto. No della Prefettura all'intitolazione dell'Orto di San Giovenale alle vittime del terremoto di Amatrice
La Prefettura di Terni ha detto 'no' al progetto del comune di Orvieto che intendeva intitolare il giardino dell'Orto di San Giovenale alla memoria di Barbara...

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La Prefettura di Terni ha detto 'no' al progetto del comune di Orvieto che intendeva intitolare il giardino dell'Orto di San Giovenale alla memoria di Barbara Marinelli e Matteo Gianlorenzi, la giovane coppia di orvietani deceduta nel crollo dell'Hotel Roma avvenuto a causa del terremoto di Amatrice il 24 agosto del 2016. 

Lo ha comunicato, nella seduta del consiglio comunale del 13 dicembre, la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, in risposta alla domanda avanzata dal consigliere Alessio Tempesta, capogruppo "Progetto Orvieto" che chiedeva a che punto fosse il progetto e se fosse arrivata l'autorizzazione dalla Prefettura.

«Da parte della Prefettura - ha spiegato la sindaca - è arrivata la comunicazione che purtroppo non c’è parere favorevole al cambio della denominazione dell’Orto di San Giovenale, in quanto, essendo bene storico vincolato sotto la tutela della Soprintendenza, non ne può essere cambiata la denominazione. Apporremo quindi una targa ‘in memoria di Barbara e Matteo’».

La decisione, unanime, del consiglio comunale per l'intitolazione dell'Orto di San Giovenale a Barbara e Matteo si era concretizzata con l'approvazione nel settembre 2019 di una mozione presentata dallo stesso Tempesta. «L’amministrazione comunale - fu allora dichiarato - intende rinnovare la memoria di Barbara e Matteo con il riconoscimento di un luogo simbolo della città, situato lungo il perimetro della Rupe nel quartiere medievale di Orvieto, che affaccia su Rocca Ripesena dove, nel piccolo cimitero di quella frazione, Barbara e Matteo riposano.
Un giardino pubblico, che verrà arricchito di verde, arredi ed altre infrastrutture, in cui si potranno svolgere attività ricreative, artistiche e sociali. Un luogo che favorisca l’aggregazione sociale e che, nello spirito di Barbara e Matteo, vogliamo che sia vivo e attivo così da diventare un posto fruibile ed integrato nel contesto urbano del centro storico».
 

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Il Messaggero