Sembrava la soluzione ottimale soprattutto per i ventuno lavoratori che operano nel comparto del fotovoltaico della TerniEnergia: la vendita ad una società di diritto...
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Insomma come non detto: la Gil Capital, che è una potenza italiana nel settore era la soluzione migliore, se ne va e con lei anche la speranza dei lavoratori di trovare una soluzione adeguata a breve termine, soluzione che possa dare risalto alle professionalità sin qui sviluppate nel campo del fotovoltaico in tutto il mondo. Anche gli amministratori locali, in Comune, per dire, si sono irrigiditi. Marco Mercuri, il vicesindaco, è rimasto sorpreso dalla piega che ha avuto la trattativa: “Speravamo in una soluzione diversa e saremmo stati ben felici di incontrare i nuovi acquirenti. Tutto quello che accade a Nera Montoro sembra andare per il verso sbagliato”. La vecchia fabbrica sul fiume Nera sta diventando sempre più una cosa diversa che dà più l’idea di uno scatolone vuoto e di sicuro senza quelle prospettive adeguate, come era all’inizio dell’attività di Ternienergia quando acquisì, sulla spinta dell’opinione pubblica l’intera area che una volta era dell’Eni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero