Morto con un ago nei polmoni all'ospedale di Perugia, l'inchiesta su "Bonzetto" va avanti

L'ospedale di Perugia
Non si ferma l’inchiesta sulla morte di ‘Bonzetto’,...

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Non si ferma l’inchiesta sulla morte di ‘Bonzetto’, il 39enne romano deceduto il 26 aprile all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, qualche giorno dopo essere entrato per sottoporsi a una semplice settoplastica per raddrizzare il setto nasale deviato: con l’anestesia e i primi problemi respiratori Vincenzo Bosco era stato sottoposto a Rx e Tac, gli esami avevano evidenziato nei bronchi la presenza di un ago da insulina lungo un paio di centimetri. Dopo aver iscritto nel registro degli indagati i nomi di due otorinolaringoiatri, due anestesisti e due infermieri il sostituto procuratore Franco Bettini aveva assegnato la consulenza al medico legale Massimo Lancia e al collega Andrea Arcangeli, specialista in anestesia e rianimazione. Le conclusioni sono state positive per gli indagati ma la Procura li ha comunque interrogati tutti. Alcuni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, altri hanno replicato alle domande del pm. Nonostante le conclusioni degli esperti all’esito dell’accertamento tecnico non ripetibile e alcune istanze di archiviazione già pervenute alla cancelleria della Procura, il magistrato sembra intenzionato ad andare avanti. L’inchiesta potrebbe perfino riservare altre novità. Il pm è andato dritto per la sua strada anche richiedendo un supplemento di consulenza, nel quale gli stessi Lancia e Arcangeli il 24 gennaio specificano, tra le altre cose: «Per quanto riguarda l’anestesia quale possibile momento in cui ha avuto inizio il processo patologico che dopo qualche giorno è esitato nel decesso, si può affermare che la fase di induzione dell'anestesia, seguita dall'intubazione endotracheale del paziente e dall'inizio della ventilazione a pressione positiva, ha sicuramente rappresentato un evento che ha contribuito ad alterare il precario equilibrio che aveva consentito, fino a quel momento, il mantenimento di un sufficiente compenso respiratorio. Bisogna però considerare che il quadro polmonare che si documentò con l'esecuzione della Tc del torace mise in evidenza, oltre al corpo estraneo di tipo metallico, anche la presenza di una estesa area di consolidamento polmonare che interessava globalmente il polmone sinistro».

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Il Messaggero