Terni. Melari in Bct con cinquanta opere: «Una pittura che nasce dal dolore»

Terni. Melari in Bct con cinquanta opere: «Una pittura che nasce dal dolore»
TERNI Una mostra dal titolo "Un sorriso dal cielouna mano felice". A firma del pittore ternano Enzo Melari. La mostra è aperta presso il chiostro della Bct in...

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TERNI Una mostra dal titolo "Un sorriso dal cielouna mano felice". A firma del pittore ternano Enzo Melari. La mostra è aperta presso il chiostro della Bct in piazza del Popolo a Terni. Melari, 77 anni è ternano di Borgo Rivo. In Bct Melari espone una cinquantina di dipinti, acquarelli e pastelli come tecnica. Un titolo, quello della nostra che si concluderà il 15 dicembre, che non è di certo una metafora. Melari ha perso a causa di una di quelle malattie che non lasciano scampo, la figlia Federica di appena 38 anni. Era l'aprile del 2013. E la sua vita è cambiata. «La mia pittura non nasce da una gioia, ma da una sofferenza. Dipingere mi aiuta a non pensare a quello che mi è capitato, e poi a me serve il contatto con le persone, il rapporto umano, ma tengo assolutamente a dire che nella mia mostra non ci sono strumentalizzazioni di sorta. Il mio è un dramma personale e la pittura mi conforta, mi aiuta a superare gli ostacoli, soprattutto quelli psicologici, le ore terribili del tramonto, il finire della giornata quando vai a dormire e i ricordi tornano a farsi più vivi che mai». Da cosa nasce la pittura di Enzo Melari? «Mi basta vedere un oggetto particolare e lo trasformò in una pittura».

Chi conosce bene il pittore ternano è il critico d'arte Paolo Cicchini. «Solo apparentemente la pittura di Enzo Melari appartiene alla dimensione del realismo. In realtà l'artista prende le mosse dal mondo delle cose, le raffigura in maniera talvolta calligrafica senza, comunque, limitarsi a ciò spiega Cicchinie piuttosto Melari affida un'anima alle cose, ad ogni più intima molecola, affidando al banale quotidiano il sentimento, il cuore, il colore dell'anima.

Un altro che conosce bene Melari è il presidente della Fondazione Aiutiamoli a vivere Fabrizio Pacifici. «Melari era amico di mio papà falegname e si incontravano nel laboratorio artigianale di via del pozzo spiega Pacifici ci simo ritrovati, entrambi residenti a Cospea, nella chiesa di San Giuseppe lavoratore e con l'allora parroco Padre Massimo decidemmo di dargli il compito di decorare e fare i dipinti, raffiguranti il Vangelo, all'interno della chiesa. Abbiamo vissuto la sua grande sofferenza per la prematura scomparsa della figlia ed insieme a lui abbiamo pubblicato una sua raccolta di pensieri. Melari è un grande artista e un grande uomo, che nella pittura e nella fede ha trovato il suo conforto».
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Il Messaggero