PERUGIA Studenti dell’Umbria da podio, cioè tra quelli che hanno chiuso la maturità con la percentuale di lodi più alta (medaglia d’argento). Ma...
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In Umbria hanno sostenuto la maturità, ridotta ad una sola prova orale svolta in presenza e in sicurezza, 6.980 studenti. Il 4%, cioè 264 super bravi, ha fatto suo il 100 con la lode, il risultato più ambito. È la seconda miglior percentuale d’Italia: hanno fatto meglio solo in Puglia, dove s’è registrata la percentuale più alta (5,2 per cento). Dietro all’Umbria i ragazzi del Molise (3,8%) ha chiuso con lode) e Calabria (3,7).
IL DETTAGLIO
Ma come si sono comportati gli altri 6.716 studenti alle prese con la nuova maturità? Il report del Miur scansiona le “classi” di voto, raccontando che il 22,6 per cento, ha chiuso il percorso con un voto fra 71 e l’80. Quasi analoga la percentuale di chi ha portato a casa un diploma con una votazione finale fra 81 e 90, cioè il 22,1%. Rispetto all’anno scolastico precedente c’è un grosso cambiamento da registrare. La percentuale maggiore per quanto riguarda la precedente tornata di maturandi, era quella del 29,2% alla voce diplomati con un voto fra 61 e 70. Alla maturità di quest’anno la storia è stata ben diversa perché c’è stata una crescita di voti dall’ottanta in su. Cresciute, tornando al punto di partenza, gli studenti diplomati con lode, anche la voce super bravi con un +1,7% (la percentuale è passata dal 2,3 al 4 per cento). Non ci sono invece ancora i numeri differenziati, a livello locale, per tipologia di percorso scolastico anche se, il trend degli ultimi anni dovrebbe essere confermato. E cioè lodi per lo più nei licei, anche se c’è da registrare una crescita nei tecnici e professionali. Almeno questo racconta il quadro a livello nazionale e dal quale l’Umbria non dovrebbe differire più di tanto. IL COMMENTO Ma come escono gli studenti da questo percorso? «Di certo i ragazzi hanno acquisito maggiore senso responsabilità e maturità personale, hanno avuto la capacita di capire il momento storico». A dirlo Giuseppina Boccuto, dirigente del Liceo Classico Mariotti di Perugia, che mette sotto la lente un aspetto più generale. Cioè che l’esperienza vissuta ha rafforzato «il senso di comunità» che c’è nella scuola stessa. Perché se più maturi si sono dimostrati i ragazzi, assolutamente all’altezza della situazione si sono dimostrati prof e collaboratori scolastici. I primi «stando accanto ai ragazzi con professionalità e capacità di accompagnarli nel percorso», i secondi dimostrando la massima disponibilità nel collaborare per superare quella che è stata «una situazione decisamente eccezionale». Impegno ed «entusiasmo» che si riscontra anche questi giorni quando a scuola tutti sono alle prese con misurazioni degli spazi e posizionamento dei banchi Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero