Accusata di violenze alla figlioletta Mamma torna a casa ai domiciliari

Accusata di violenze alla figlioletta Mamma torna a casa ai domiciliari
TERNI Il giudice ha concesso gli arresti domiciliari alla mamma 38enne di Baschi finita in cella con le pesanti accuse di violenza sessuale nei confronti di sua figlia, di aver...

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TERNI Il giudice ha concesso gli arresti domiciliari alla mamma 38enne di Baschi finita in cella con le pesanti accuse di violenza sessuale nei confronti di sua figlia, di aver divulgato informazioni finalizzate allo sfruttamento sessuale dei minori e prodotto materiale pornografico realizzato con la bimba in tenera età. In carcere, al termine di una delicata e complessa indagine coordinata dal compartimento della polizia postale della Toscana, era finito anche il padre della piccola, un artigiano grossetano di 41 anni, pluripregiudicato per gli stessi reati. Nel 2006 fu condannato a un anno e sei mesi di carcere per detenzione di materiale pedopornografico. Ad agosto fu arrestato di nuovo e quel giorno gli investigatori gli sequestrarono mille e 300 immagini e video di bambini molto piccoli. In quelle foto c’era anche sua figlia. A novembre il gip di Firenze lo ha condannato a due anni e quattro mesi. 

La 38enne orvietana ha lasciato il carcere di Capanne, dove era rinchiusa dal 7 febbraio scorso, ed è stata trasferita ai domiciliari in un’altra regione. Nell’istanza con cui chiedeva la sostituzione della misura cautelare l’avvocato Giancarlo Ascanio, legale della donna, ha evidenziato l’assenza del rischio di recidiva, sia perché il coimputato è in carcere sia perché la figlia della coppia è al sicuro in una comunità protetta in attesa dell’adozione. La 38enne, che ha scelto e ottenuto il rito abbreviato, sarà processata dal gup del tribunale di Firenze il 25 giugno. In quella sede l’avvocato Giancarlo Ascanio chiederà una perizia sia sulla mamma che sulla minore: «Ritengo che, se condotte vi sono state, sono state indotte da uno stato di soggezione della donna, incensurata, nei confronti della persona con cui intratteneva la relazione» dice il legale. Che esprime il proprio plauso «alla professionalità del personale del carcere di Capanne, che, nonostante l’assenza di un reparto protetto, ha gestito un caso problematico con molta delicatezza e con una grande attenzione». All’avvocato Francesca Cruciani il delicatissimo compito di occuparsi della piccola, che è stata tolta alla madre al momento del suo arresto con la pesante accusa di aver abusato di lei e inviato foto e video al padre della bimba via Whatsapp.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero