Lugnano in Teverina, chiude la postazione di guardia medica. La Usl:«Gravissima carenza di personale».

Lugnano in Teverina, chiude la postazione di guardia medica. La Usl:«Gravissima carenza di personale».
LUGNANO IN TEVERINA Brutta sorpresa sotto l'albero. La Usl Umbria 2 chiude, temporaneamente, la postazione di Guardia Medica. Da oggi, il presidio lugnanese e Castel...

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LUGNANO IN TEVERINA Brutta sorpresa sotto l'albero. La Usl Umbria 2 chiude, temporaneamente, la postazione di Guardia Medica. Da oggi, il presidio lugnanese e Castel Dell'Aquila, saranno unificati a quello di Amelia mentre Alviano e Guardea finiranno sotto Montecchio. Un provvedimento che ha fatto infuriare l'amministrazione comunale e provocato apprensione fra i cittadini, ma giustificato dall'Usl come necessario alla luce di una «gravissima carenza di personale - si legge nella lettera inviata all'Amministrazione - che si è determinata recentemente». Non solo. Aria di riorganizzazione anche dalle parti di Alviano e Guardea che «Per la loro dislocazione geografica -continua la lettera- saranno unificati alla C.A. di Montecchio». Un colpo, soprattutto in vista delle festività natalizie, quando, come sottolinea l'amministrazione lugnanese, vi è una maggiore affluenza di turisti e dunque una probabilità più alta di aver bisogno di questo servizio. Messa di fronte al fatto compiuto, l'amministrazione annuncia battaglia. «Ci attiveremo immediatamente nelle sedi opportune per essere rassicurati e ben informati circa la durata del provvedimento - ha scritto in una nota il vice sindaco Alessandro Dimiziani -  in quanto non ci basta una semplice lettera per tutelare i nostri cittadini ma ci aspettiamo di essere convocati insieme agli altri sindaci per misure meno drastiche ed invasive sul tessuto sociale delle nostre già martoriate comunità. Intanto il prossimo 30 Dicembre verrà presentata nel consiglio comunale una mozione da votare all unanimità su questo delicato argomento. Continuiamo a lottare -ha chiuso- per difendere le nostre comunità ed identità, perché non possono pagare sempre i più piccoli».

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Il Messaggero