PERUGIA - Si chiuderà ufficialmente domani “La Botanica di Leonardo”, mostra allestita nel Museo di Santa Maria Novella a Firenze dall’azienda...
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Massimo Mercati, il bilancio dell’iniziativa è positivo?
Direi che c’è piena soddisfazione riguardo la risposta del largo pubblico. Per noi di Aboca è un segno evidente che il tema della botanica di Leonardo è qualcosa di affascinante ma che pochi hanno studiato. Al di là dei suoi disegni originali, anche le istallazioni hanno creato forte interesse.
Ora cosa succederà alla mostra?
Continueremo a investire in questo senso e la mostra non si ferma qui: stiamo pianificando un tour internazionale. Nei prossimi tre anni dovremmo riuscire a portarla a Barcellona, Parigi e Berlino. Ma ci sono anche altri musei dall’estero che ce la stanno chiedendo.
In Italia invece non verrà riproposta?
Non sarà facile, difficilmente ce ne sarà la possibilità. La mostra non si presta a essere ridotta e per spostarla nella sua interessa si parla di milioni di Euro. Solo per far viaggiare gli originali occorrono oltre 200.000 Euro. Ma faremo comunque degli eventi collegati.
Può farci qualche anticipazione?
Ad esempio pensiamo di fare alcune iniziative alla Sala dei Notari, per sviluppare i temi affrontati dalle mostre. In Umbria abbiamo un ottimo rapporto con le Farmacie Comunali, con le quali stiamo sviluppando varie iniziative sociali. Quindi partendo da questa visione, ovvero l’interconnessione tra tutti i sistemi viventi che poi è la stessa che guida anche la nostra azienda, vorremmo declinare sul territorio i singoli aspetti.
Quindi il progetto per fare iniziative in Umbria è già definito?
Non ancora. Vogliamo capire se la Regione è in grado di muoversi dal punto di vista della sostenibilità. Negli ultimi 20 anni non è stato possibile realizzare qualcosa insieme, ma noi continuiamo a lavorarci. Per noi l’Umbria è fondamentale, a partire dai 40.000 metri quadri a Pistrino e dai tanti collaboratori che abbiamo lì. Posso dire che cercheremo di fare a livello culturale tutto quello che si potrà.
La mostra prevedeva anche alcuni esperimenti, come le piante posizionate su una ruota in movimento per evidenziarne la reazione. Cosa è accaduto?
Beh, è stato un modo per far vedere il geotropismo, o il fototropismo con l’altro esperimento; questo fa capire che non si può uscire da quelle logiche, che influenzano le nostre esistenze. Non possiamo pensare di alterare attraverso la tecnologia il sistema complesso nel quale siamo immersi. Il sistema vivente è talmente intelligente che per comprenderlo va conosciuto nel profondo. L’uomo è parte di un quadro, non è il pittore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero