TERNI E' un legamento in poliestere, il cui uso era già conosciuto in sanità da 25 anni ed era stato testato su una pecora, ma l'aggiunta di un elemento, il...
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LA SELEZIONE
A Terni quaranta persone, selezionate per età (over 40), in parte verso la fine della carriera sportiva, partecipano a questa ricerca: la metà ha impianto il legamento che "mima" quello umano, l'altra metà, invece, la versione precedente, efficiente, ma con risultati meno performanti. Saranno seguiti per un anno e poi si potranno vedere i risultati. È l'ultimo lavoro portato avanti dal professor Giuliano Cerulli, un intervento di rilevanza internazionale, al Santa Maria di Terni.
Cerulli, in qualità di principale investigatore è affiancato dal dottor Matteo Tei come co-investigatore - con l'approvazione del ministero della Salute e del Comitato etico regionale Umbria. Il legamento è prodotto in Francia ed è stato studiato all'Istituto Galilei della tredicesima Università di Parigi. Qui i ricercatori - è stato spiegato da l professor Cerulli - hanno introdotto nella struttura del legamento sintetico (teraftalato) una sostanza che mima i glicosaminoglicani presenti nel legamento umano, che stimola la ricrescita dei fibroblasti e dei sinovialociti, cosicché la struttura sintetica diviene biomimetica e bioattiva, quindi si evolve. Anni fa il professor Cerulli lo aveva impiantato nel modello ovino (pecora) presso la Scuola nazionale di veterinaria a Versailles, in Francia. I risultati furono molto soddisfacenti e quindi si è passati allo studio successivo, quello portato a termine dal dottor Cerulli e dal dottor Tei. I risultati finali verranno analizzati da un osservatore esterno, esperto del settore, il professor Auro Caraffa dell'Università degli Studi di Perugia. Seguirà uno studio policentrico internazionale, coordinato dal professor Cerulli. «L'importanza di questo studio è che sarà policentrico: tra qualche mese questa ricerca verrà fatta in altri 6-8 centri nel mondo. Potremo quindi sperimentarne l'efficacia su un numero elevato di pazienti e, quindi, se i risultati saranno positivi, utilizzare questa tecnica anche sui pazienti giovani». Inoltre, se i risultati saranno positivi, l'utilizzo di tali legamenti per la ricostruzione del crociato anteriore sarà una rivoluzione per gli sportivi e non solo. Infatti non sarà più necessario utilizzare altri tendini in sostituzione del crociato rotto, e i tempi di recupero per lo sport e non solo saranno molto ridotti (tre mesi circa).
«Ci saranno notevoli benefici anche dal punto di vista economico: le persone potranno riprendere l'attività sportiva o il lavoro prima. Sarà un risposta di qualità e di quantità», spiega Cerulli.
L'azienda ospedaliera di Terni ricorda inoltre che si tratta del primo studio clinico «Fase uno» del settore chirurgico in ambito ortopedico svolto in Umbria, e uno dei pochissimi in Italia, e soprattutto è raro che un medical device chirurgico «estero» venga affidato per studi di fase uno a chirurghi italiani.
EVOLUZIONE CLINICA
«Si tratta di una evoluzione clinica - spiega il direttore generale Andrea Casciari - di straordinaria importanza, che apre le porte a nuovi studi e a nuove possibilità per una platea molto ampia di pazienti, non solo quelli sportivi. Ancora una volta quindi l'ospedale di Terni si dimostra pronto ad accogliere sviluppi medici e clinici d'avanguardia, che puntino sempre più a migliorare le prestazioni offerte ai cittadini». «È una grande soddisfazione - spiegano il professor Cerulli e il dottor Tei - che questo studio sia stato condotto in Umbria. Ringraziamo per la disponibilità, la preziosa e fattiva collaborazione il personale medico e sanitario, la direzione generale e sanitaria dell'azienda ospedaliera di Terni».
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Il Messaggero