Interrogazione di De Vincenzi sull'ospedale di Terni «Condizioni inadeguate»

Interrogazione di De Vincenzi sull'ospedale di Terni «Condizioni inadeguate»
TERNI «Le condizioni di complessiva inadeguatezza organizzativa dell'Azienda ospedaliera 'Santa Marià di  ...

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TERNI «Le condizioni di complessiva inadeguatezza organizzativa dell'Azienda ospedaliera 'Santa Marià di 

Terni, ci impongono di presentare una interrogazione alla Giunta regionale per conoscere se esista e sia stato calendarizzato un progetto di ristrutturazione complessiva dello stabile e se sia nei programmi del governo regionale e della direzione generale dell'Azienda una riorganizzazione e riqualificazione efficiente e concreta dei servizi di questo ospedale, che accoglie un vasto bacino di utenza anche extra-regionale». Lo annuncia il consigliere regionale Sergio De Vincenzi (Misto Umbria Next). De Vincenzi spiega, fra l'altro - secondo quanto riferisce un comunicato della Regione - che «le criticità emerse sono generalizzate: le più evidenti a occhio nudo sono quelle strutturali. Ma, soprattutto - dice - vi sono quelle logistiche e organizzative. In primis la penuria dei posti letto a disposizione e di postazioni suppletive per l'accoglienza dei pazienti che spesso vengono sistemati in 'ricoveri temporanei di fortunà lungo i corridoi dei reparti. Proprio la vita interna dei reparti e la loro organizzazione sta emergendo, negli ultimi tempi, come grave criticità. Alcune unità più importanti sono attualmente sguarnite di primari (neurochirurgia, pediatria, ginecologia, ortopedia) a causa della sopraggiunta età pensionabile o delle dimissioni di alcuni medici che hanno optato per altre strutture sanitarie al di fuori del servizio sanitario regionale. Al contempo - aggiunge De Vincenzi - non è stato predisposto un adeguato piano di reintegro delle corrispondenti professionalità». «chiediamo alla Giunta regionale e all'assessore Barberini - continua De Vincenzi - se sono ancora seriamente convinti che l'Umbria sia, in fatto di sanità pubblica, 'Regione benchmark' (fra l'altro i dati di riferimento risalgono al 2015). La realtà dei fatti smentisce questo titolo di merito che scaturisce da una fredda somma di coefficienti finanziari e molto meno dai livelli degli standard di qualità dei servizi erogati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero