ORVIETO - L'acqua nel pozzo diventa vino. No, non è un miracolo ma la degustazione-evento che si terrà domenica prossima 16 giugno nel pozzo di San Patrizio per...
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Ad inaugurare la giornata, alle 9, saranno il presidente della commissione agricoltura della Camera, Filippo Gallinella, il giornalista Rai e produttore di vino, Bruno Vespa, il presidente del Comitato nazionale vini del ministero delle Politiche agricole e del Turismo, Michele Zanardo, e il presidente degli enologi italiani e mondiali nonché presidente del comitato scientifico "Orvieto diVino", Riccardo Cotarella. Poi tutti giù - e sù - per le scale a spirale del pozzo di San Patrizio dove i visitatori avranno l'opportunità di assaggiare i prodotti di 22 cantine del terriotiro: Altarocca, Antinori-Castello della Sala, Argillae, Barberani, Bigi-Gruppo Italiano Vini, Castello di Corbara, La Carraia, Cardeto, Monrubio, Castel Noha, Castello di Montegiove, Custodi, Decugnano dei Barbi, Marchesi Antinori, Fratelli Martini, Mgm-Mondo del Vino, Rocca delle Macie, Ruffino, Tenuta di Freddano, Tenute Piccini, Tenuta di Salviano e Tenuta Le Velette.
Alle 11, nel centro storico della città, si terrà la posa della formella celebrativa della prima edizione dell’evento e, a mezzogiorno, a Palazzo Coelli, presso la sala congressi della sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, la conclusione della giornata con gli interventi di Bruno Vespa, Giuseppe Cerasa, Daniele Cernilli e la presentazione del nuovo video promozionale del Consorzio Orvieto Doc realizzato dalla società Vetrya.
«Orvieto diVino già nel nome - scrive il professor Mario Morcellini nella presentazione dell'evento - è un manifesto intriso di valori immateriali, è un titolo pieno di citazioni e soprattutto un invito a valorizzare le connessioni. Combina la città, il territorio, il paesaggio e la nostra storia. Orvieto è una città unica, in cui si sono costruiti manufatti come il Duomo con le sue braccia protese verso il cielo e il pozzo di San Patrizio che scava alla ricerca dell'acqua nelle viscere della terra realizzando un secondo prodigio tra cielo e terra. In un contesto di questo genere abbiamo tutti l'obbligo di ricordare che "siamo Italia" e dunque capaci di meraviglia e bellezza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero