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MONTEFALCO - Festa grande al Museo San Francesco a Montefalco dove i 50 anni della cantina Arnaldo Caprai sono diventati occasione di un dialogo su territorio, impresa, green society, cultura, turismo e arte. Il tutto cucito assieme dalla storia imprenditoriale di Arnaldo e Marco Caprai, imprenditori che sono stati capaci di richiamare a Montefalco personaggi del calibro di Aldo Bonomi (sociologo e fondatore di Aaster), Massimiliano Giansanti (presidente di Confagricoltura) e Vittorio Sgarbi. Non poteva mancare nemmeno Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria. Dopo i saluti del sindaco di Montefalco, Luigi Titta, la parola è passata a Marco Caprai, che ha ricordato come 50 anni per un’azienda sono un traguardo non scontato, «soprattutto per chi, come noi non ci siamo mai fermati ai confini della nostra azienda agricola ma siamo sempre andati oltre». Al sociologo Aldo Bonomi il compito di analizzare i 50 anni della Arnaldo Caprai e la della storia di un territorio: «Max Weber sosteneva che la proprietà obbliga, e vedremo come la storia di Arnaldo Caprai racconti di un uomo che si è sentito obbligato a restituire, in primis con il museo d’impresa dei tessuti, patrimonio europeo. Ma il sentimento di obbligo in tempi moderni cambia. E qui entra in campo il politologo americano Robert Putnam con la sua teoria sulle virtù civiche, altra caratteristica che accomuna Arnaldo e Marco Caprai». Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha focalizzato il suo intervento sulla figura di Marco Caprai e del suo ruolo per il mondo del vino – ma anche agricolo e sociale - locale e nazionale: «Marco Caprai – ha affermato – rappresenta per il mondo agricolo italiano l’avanguardia dei processi produttivi». Per celebrare i suoi primi 50 anni la cantina ha presentato un’edizione limitata di Montefalco Sagrantino Docg, con una preziosa etichetta celebrativa da collezione in oro zecchino, firmata dall’artista Paolo Canevari e realizzata dall’antica azienda fiorentina Giusto Manenti Battiloro. La foglia d’oro che diventa etichetta riveste 2.400 bottiglie ispirandosi alla tavola dello “Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria” di Benozzo Gozzoli, datato 1466. Cristiana Perrella, storica dell’arte e curatrice, ha approfondito il lavoro di Paolo Canevari. Un excursus sull’arte umbra e italiana è quello che ha regalato Vittorio Sgarbi, che ha affermato come «la grandezza dell’arte italiana, che è incomparabile e incommensurabile, si avvicini molto alla grandezza della nostra produzione vinicola.
Il Messaggero