Gubbio, il cantiere abbandonato in via Da Vinci fa arrabbiare residenti e commercianti

Il cantiere abbandonato a Gubbio in via Leonardo da Vinci
GUBBIO - Il cantiere abbandonato a se stesso ormai da lunghi anni alimenta proteste e polemiche. Resta esposto a rischi di insalubrità con potenziali ripercussioni...

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GUBBIO - Il cantiere abbandonato a se stesso ormai da lunghi anni alimenta proteste e polemiche. Resta esposto a rischi di insalubrità con potenziali ripercussioni igienico-sanitarie, perché quando piove l'area in disuso diventa una palude maleodorante e piena di insetti, così come con il bel tempo resta anche la puzza. Si tratta del cantiere di via Leonardo da Vinci, dove era previsto che sorgesse un centro polifunzionale con varie attività, in una zona piena di case e operatività economiche, oltretutto transitatissima.

Ci sono un supermercato, la farmacia, una gastronomia e altri negozi, oltre che gli studi professionali e nei pressi la caserma della Compagnia carabinieri. Sono tornati alla carica i residenti e gli operatori chiedendo per l'ennesima volta al Comune di intervenire affinché venga bonificata quell'area recintata, provando a cercare una prospettiva diversa che lasciarla in quelle condizioni.

La zona nell'immediata periferia ormai da lunghi anni vede, infatti, un cantiere lasciato nell'abbandono più totale con un infinito contenzioso e alcune garanzie che l'amministrazione comunale aveva voluto. Segnalazioni e proteste si susseguono incessanti, pure dopo che la rimozione della gru grazie a una fortissima mobilitazione popolare nel timore di rischi al di là dell’impatto estetico. Le attenzioni tornano su quello spazio abbandonato da anni e sopraffatto dal degrado senza tregua. Ci sono dossier fotografici che vengono fatti circolari, che mostrano la sutiazione anche dal retro del cantiere, cioè verso il supermercato e le altre attività commerciali, oltre che transitando lungo via Da Vinci. Il sindaco Filippo Mario Stirati in più occasioni aveva assicurato il ripristino del decoro, facendo leva sugli strumenti normativi consentiti, ma gli anni passano invano e le promesse restano soltanto sulla carta con altre insistenti sollecitazioni affinché venga trovata qualche soluzione per far tornare quell’area con un minimo di decenza.

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Il Messaggero