Foligno, rischia la vita per una bomba, ritrova la scheggia dopo 50 anni

Gastone Cimarelli con la scheggia della bomba che per poco non l'ha ucciso
FOLIGNO - La passione per gli aerei che sorvolavano durante...

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FOLIGNO - La passione per gli aerei che sorvolavano durante l’ultima guerra, la sua casa a Spello, gli è quasi costata la vita. Gastone Cimarelli classe 1937, che oggi vive a Foligno è salvo per miracolo. Quella passione di bambino, che all’epoca aveva quasi 7 anni, di seguire le macchine volanti nei loro passaggi lo ha portato a sfiorare la morte. «Ero bambino - racconta Gastone - e la passione per le macchine, tutte le macchine, mi ha sempre attirato verso le novità. Vedere gli aerei che volavano sopra Spello, dove all’epoca vivevo, era una cosa nuova, soprattutto per un bambino di quell’epoca. Avevo trovato una sorta di rifugio segreto, un vecchio forno per il pane, che si trovava a due passi dalla stazione ferroviaria di spello. Durante i bombardamenti mi infilavo nel forno, nello stesso modo in cui si metteva il pane a cuocere, e lasciavo fuori soltanto la testa per fissare il cielo e seguire le macchine volanti nel loro tragitto. In quel frangente vennero, come tante altre volte avvenne, sganciate bombe. Una esplose nelle vicinanze di dove mi trovavo e una scheggia, incandescente, mi passo a pochi centimetri dalla testa. Una esperienza fortissima che porto sempre nella memoria. Quel pezzo di ferro rosso e cocente a causa delle temperature conseguenti la deflagrazione s’infilò su un grosso albero poco distante. Andai a casa di nonno e presi una tenaglia con la quale riuscii successivamente a recuperare quella scheggia di bomba che per poco non mi ha ucciso». Quel grosso pezzo di ferro che portava morte e che un fortunatissimo caso non ha cancellato la vita di quel bambino innamorato degli aerei, Gastone l’ha conservato così gelosamente da non riuscire più a ritrovarlo per oltre 50 anni. Pochi giorni or sono la sorpresa. «Ho cercato quella scheggia per anni - racconta ancora Gastone - in ogni angolo possibile. Pochi giorni fa la sorpresa. Passando per una mia proprietà che non frequentavo da tempo ho voluto fare l’ennesima verifica. Dai cassetti del tempo è ricomparso quel pezzo di ferro, un vero scampolo di memoria, un tassello del racconto della mia lunga vita. Ritrovarla mi ha reso felice. Più volte avevo raccontato quei fatti ai miei figli senza avere più quella testimonianza fisica. Ora posso mostrarla loro e rivivere con loro quel difficile, da un lato, e spensierato, dall’altro, periodo della mia storia».
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Il Messaggero