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FOLIGNO - Le bandiere rionali al vento che sembrano prendere magicamente vita, il cavalier Animoso in sella ad un destriero lanciato al galoppo, il profilo della città di Foligno sullo sfondo. Appartenenza, emozione, storia. Sono gli elementi di un’opera che lascia sbalorditi e affascinati già alla prima occhiata e che conquista le emozioni a mano a mano che lo sguardo si allarga dai dettagli all’insieme. Ieri, in occasione della canonica cena rionale di fine Quintana, è stato presentato alla città, a tutti i rionali, ai soci e agli sponsor il dipinto che il maestro Luigi Frappi ha dedicato e donato al Nobile Rione Giotti. A fare gli onori di casa il priore del Giotti Alfredo Doni alla presenza del presidente dell’Ente Giostra della Quintana Domenico Metelli e di numerosi ospiti. Il quadro, intitolato “Il Rione Giotti”, un olio su tela di notevoli dimensioni (184x157), sarà collocato all’interno della taverna e occuperà quasi per intero una delle grandi pareti della sala centrale, fornendo al locale principale della “Locanda del Prete di Rostoviglio” un apporto di notevole pregio artistico e di significato. Un elemento che, negli anni a venire, lascerà nei visitatori e nei rionali che si troveranno ad ammirarlo, un segno indelebile di stupore e meraviglia. “Il riore Alfredo Doni – spiega una nota del rione Giotti - , il Consiglio Rionale e, più in generale, tutto il popolo giottino, si uniscono nell’esprimere la più profonda gratitudine a Luigi Frappi per un’opera di tale bellezza e per un dono tanto prezioso che esprime, più di ogni altra parola, quale sia il legame che unisce il Giotti al Maestro e alla sua famiglia. Un’amicizia di cui non possiamo che essere orgogliosi”.Luigi Frappi nasce a Foligno il 4 agosto 1938 dal padre Carlo, che era un pittore originario di Castiglion Fiorentino, e dalla madre Demetria Silvestri di Bevagna. Diplomatosi all’Istituto d’Arte di Perugia, nel 1958 partecipò alla sua prima mostra collettiva, e nel 1963 le sue opere furono selezionate al Premio Marche di Ancona. Nello stesso anno iniziò l'insegnamento di Decorazione Pittorica e Mosaico presso l'Istituto d’Arte di Perugia. Dopo un lungo periodo di pausa dall'attività espositiva, Frappi partecipò ad una mostra presso la Basilica di San Francesco di Assisi nel 1984 e nel 1985 alcune sue opere vennero inserite nella mostra “Attraverso lo specchio. Autoritratto in Umbria nell’Ottocento e nel Novecento”. Furono questi gli anni in cui Luigi Frappi partecipò agli incontri alla Accademia di Belle Arti di Viterbo dove teorizzò, assieme ai pittori e scultori Anna Carboni, Salvino Bufalino, Pino Fochesato, Sergio Lera il movimento “Nuova Materia”, volto principalmente a ristabilire il Mito come elemento fondante del fare arte.
Il Messaggero