Foligno, droga dal Nord: tremano i clienti vip. Maxi operazione anti spaccio della polizia. In 21 rischiano il processo

Foligno, droga dal Nord: tremano i clienti vip. Maxi operazione anti spaccio della polizia. In 21 rischiano il processo
FOLIGNO - Ventuno rischiano il rinvio a giudizio per questioni di...

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FOLIGNO - Ventuno rischiano il rinvio a giudizio per questioni di droga. E’ l’esito di una lunga indagine che ha portato i poliziotti del Commissariato di Polizia di Foligno, coordinato dal vicequestore Bruno Antonini, a stringere il cerchio intorno a 21 persone chiamate a rispondere di spaccio di cocaina e hashish. Un’indagine certosina, quella che nei giorni scorsi ha visto recapitare ai 21 l’avviso di conclusione delle indagini e quindi la data di fissazione dell’udienza preliminare. Tutto ha preso le mosse, stando a quel poco che si sa su questa operazione antidroga, dal millimetrico controllo del territorio operato dalla polizia. Il resto lo ha fatto l’azione a mosaico che gli investigatori del commissariato hanno messo in atto passo dopo passo. Tessere che non sono state montate per definire un’immagine, ma che sono state invece smontate, divenendo fermi, denunce e recupero di cocaina e hashish, partendo dal quadro complessivo che è stato così disarticolato. Un’azione che ha permesso di togliere dalla piazza dello spaccio, non solo locale ma articolata anche a livello regionale che ha visto Foligno, e parte del suo comprensorio, trasformarsi nel fulcro delle cessioni con la droga che, stando ad alcune risultanze investigative, arrivava da canali del Nord Italia. I 21 indagati sono quasi tutti soggetti albanesi che piazzavano cocaina, venduta a 70-80 euro a dose, e hashish. Gli acquisti di caca avvenivano per quantitativi importanti, considerando la piazza locale e regionale, che andavano da 5 grammi a salire. Polvere bianca che poi veniva rivenduta a clienti che sono risultati essere tutti soggetti italiani. Alcuni di questi all’epoca delle investigazioni effettuavano, nella maggior parte delle situazioni, attività lavorative di vaio livello ma usuranti che “alleviavano” assumendo cocaina e poi, come spesso accade, fumavano hashish per lenire l’effetto della coca. Lo spaccio, stando all’impianto accusatorio, avveniva attraverso acquisti all’ingresso con le forniture che arrivavano da canali dell’Italia del Nord. Il grosso dei 21 indagati acquistava in quantità, considerate rispetto alla piazza locale e regionale, importanti. La cocaina, ad esempio, veniva comperata in quantità dai 5 grammi a salire. Stessa procedura, ma con “pesi” maggiori, per l’hashish. Il tutto avveniva senza considerare gli investigatori del Commissariato che hanno smantellato una centrale di spaccio che operava anche in modalità “cellula” con i partecipanti ai sottogruppi che avevano compiti ben previsti. Cellule dello spaccio che non sempre si trovavano in accordo e non sono mancati, andando a memoria, momenti ad alta tensione che sono stati resi vani grazie alla polizia che ha evitato conseguenze che potevano essere, almeno in qualche episodio, anche importanti.

Giovanni Camirri Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero