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FOLIGNO - “L’albero di Natale più in alto nel Comune di Foligno lo posizioneremo sulla torre del Castello di Sant’Eraclio”. A raccontarlo a Il Messaggero, parlando con una punta di soddisfazione e una d’emozione, è Mauro Marchionni presidente della Comunanza Agraria di Sant’Eraclio. “L’iniziativa – prosegue il presidente Marchionni – è la naturale concretizzazione di progetti, condivisi e collettivi, cui stiamo dando corpo per Sant’Eraclio. La scelta del posizionamento dell’albero di luci sulla sommità della ela torre del Castello è un mezzo ulteriore per valorizzare questo borgo e le sue tante eccellenze. Ci sarà poi il classico albero di Natale in piazza e riattiveremo, per la gioia di tutti ma soprattutto dei più piccoli la tradizionale Befana. Riattiveremo questa tradizione con un evento – prosegue – che sarà realizzato nel pomeriggio-sera del 5 gennaio. E ci sarà anche la collaborazione con la scuola e l’oratorio proseguendo la linea di coinvolgimento di tutti che per noi è un elemento imprescindibile”.
IL PUNTO
“Stiamo ragionando – prosegue Marchionni – su un programma di appuntamenti che proponga un evento al mese.
LA STORIA
Per comprende l’importanza che riveste il Castello di Sant’Eraclio un aiuto importante arriva da quanto scrive Sandro Capodimonti e che viene riportato sulla pagina web della Comunanza Agraria: “Secondo alcuni antichi documenti . Si legge in un passaggio - il castello di S. Eraclio fu eretto attorno ad una torre e ad una chiesa già esistenti, probabilmente risalenti alla fine del 900 d. C. Inizialmente la torre e la chiesa erano circondate da capanne di legno protette da un profondo fossato e solo successivamente con l'innalzamento della cinta muraria, si sviluppò il castello vero e proprio, che prese il nome del santo al quale era stata dedicata la chiesina cioè S. Eraclio, martire del III secolo e in seguito patrono del paese. Baluardo del sistema difensivo dei Trinci, fu edificato allo scopo di rendere più agevole il controllo della Via Flaminia, arteria importantissima per i traffici diretti verso l'Adriatico e il nord della penisola, ma soprattutto per la difesa di Foligno verso sud. Le cronache dell'epoca raccontano che i Signori di Foligno ebbero molte difficoltà a reperire persone disposte a trasferirsi in quella zona, in quanto paludosa e malsana, al punto che su sollecitazione degli stessi Trinci, intervenne coercitivamente il Comune”.
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