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PERUGIA Nel mondo fatto a ostacoli delle site d’attesa c’è chi finisce per fare la parte del cattivo e togliendo gli ostacoli in favore degli amici. Ma tra i guai della sanità regionale scoperti dai carabinieri del Nas c’è anche il medico che con la copertura di un certificato medico, lascia la struttura pubblica regionale oer andare a fare il gettonista in un altro ospedale, sempre pubblico, in Veneto.
Sembra quasi un gioco di parole ma è quello che hanno scoperto i carabinieri con il camice bianco nei controlli fatti da giugno a fine agosto sotto la regia del ministero della Salute. E se su ventisei denunciati in tutta Italia, quattro arrivano dagli ospedali umbri, vuol dire che da queste parti il malcostume ha un peso della percentuale nazionale si arrampica oltre il 15 per cento. In tutta Italia sono state 3.844 le liste d’attesa verificate e, in totale, 198 le agende bloccate. In generale le ipotesi di reato vanno dalla falsità ideologica e materiale, alla truffa aggravata, al peculato e all’interruzione di pubblico servizio.
AL SANTA MARIA
All’ospedale di Terni i carabinieri del Nas hanno denunciato il primario di Oculistica, Enrico Poddi, con l’accusa di abuso d’ufficio e falso. C’è un fascicolo aperto dalla procura per una storia che fa così: il professionista avrebbe(accusa tutta da dimostrare, naturalmente) fatto scavalcare le liste d’attesa per le visite nella sanità pubblica ai suoi pazienti che avevano pagato la prestazione da privato, cioè in intramoenia. Così la sanità regionale paga due volte: lo stipendio del professionista e l’allungamento della lista d’attesa che manda su tutte le furie i cittadini-pazienti. Una situazione che stando ai controlli del Nas si sarebbe verificata proprio durante il periodo caldo in cui la Regione ha messo in campo una sinergia con le strutture private per gestire l’abbattimento delle liste che si erano gonfiate durante l’emergenza Covid.
Di più. Lo stesso primario sarebbe stato beccato anche per un altro fatto (in questo caso l’accusa è di truffa e falso) perché avrebbe fatto delle analisi gratis nella struttura pubblica. Faceva risultare, con la complicità di due infermieri (uno di Medicina Interna e uno di Geriatria)il suo nome tra quello dei ricoverati usufruendo del servizio per analisi e prestazioni che così non ha pagato. Un escamotage, quello del falso ricovero, che già anni fa i carabinieri del Nas dell’Umbria, avevano scoperto come sistema per aggirare le prenotazioni al Cup e quindi le liste d’attesa. Oltre che per non pagare.
LA FINTA MALATTIA
Invece, Olga Bisaccia, dottoressa radiologa in forza all’ospedale di Castiglione del Lago è stata indagata perché per la Asl 1 risultava in malattia; mentre in realtà si trovava a lavorare in un ospedale di Venezia come gettonista dopo aver instaurato un rapporto con una delle cooperative che ha vinto l’appalto per coprire i posti delle emergenze in quel Pronto soccorso.
Il Messaggero