Terni, la ricerca. Fattori di rischio professionali e stili di vita dei lavoratori Ast: lotta a tabagismo e obesità

Terni, la ricerca. Fattori di rischio professionali e stili di vita dei lavoratori Ast: lotta a tabagismo e obesità
Terni -  Lotta a tabagismo, sovrappeso e obesità. Sono le prime azioni intraprese da Ast Arvedi in seguito ai risultati del “Progetto salute” presentati...

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Lotta a tabagismo, sovrappeso e obesità. Sono le prime azioni intraprese da Ast Arvedi in seguito ai risultati del “Progetto salute” presentati nel corso di un incontro svoltosi nella biblioteca aziendale. 

Lo studio riguardante i fattori di rischio professionali e stili di vita ha coinvolto oltre 400 lavoratori dello stabilimento di viale Brin tra il 2015 ed il 2020 ed è stato condotto in collaborazione con l’università degli studi di Perugia, dipartimento di medicina e chirurgia – sezione di medicina del lavoro, malattie respiratorie e tossicologia professionale ed ambientale. L’indagine ha riguardato tre progetti. 

La valutazione dell’esposizione cumulativa a metalli ha evidenziano valori non solo inferiori al  limite, ma anche, ad eccezione di pochissimi casi rapidamente rientrati, pari o inferiori ai cosiddetti “valori di riferimento”, cioè quelli che caratterizzano la popolazione non esposta professionalmente. 

La valutazione dell’effetto di fattori di rischio professionali e non professionali sull’apparato respiratorio non ha rilevato particolari criticità, anzi ha registrato dati migliorativi nel 2018 rispetto al 2015. L’analisi su 442 soggetti, osservati in un arco temporale di circa cinque anni, ha consentito di evidenziare un possibile calo medio annuo di alcuni gruppi di lavoratori, in particolare quelli più esposti a possibili agenti lesivi soprattutto per i polmoni. 

Infine la valutazione degli stili di vita oltre agli operai ha coinvolto anche dipendenti dell’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni. Lo studio ha consentito di progettare ed attuare iniziative specifiche, è stato spiegato, che contribuiranno ad avere una popolazione lavorativa “sana”, migliorando non solo la qualità della vita dei dipendenti, ma riducendo i costi sociali legati alle patologie dei lavoratori. 

Per questo sono stati coinvolti la mensa e il medico aziendale, gli specialisti della Cassa mutua e le strutture sportive del Circolo lavoratori Terni.

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Il Messaggero