TERNI Massimo Capitoli è una pediatra con una a una lunga esperienza e che da sempre studia i comportamenti degli adolescenti. Ora, quelli legati all'emergenza per...
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Particolare attenzione andrà posta sulle pregresse abitudini degli adolescenti. «In particolare la frequentazione di luoghi affollati - continua Capitoli- come palestre, piscine, bar e pub, l'adolescente è per natura superficiale ed egoista: superficiale ancora di più in questa situazione che anche agli addetti ai lavori non è perfettamente chiara e quindi tenderà a sottovalutare e non mettere in pratica i consigli che verranno dati da coloro che si stanno occupando di salute pubblica, soprattutto quelle del distanziamento e dell'uso delle mascherine. Egoista perché penserà prevalentemente che il tempo trascorso finora in famiglia (#iorestoacasa) è stato tempo perso e sprecato e andrà recuperato in tempi brevi, senza considerare il rischio i potersi infettare, e successivamente contagiare, i soggetti più fragili, nella fattispecie genitori o nonni».
Di fatto però i ragazzi usciranno per incontrarsi: «A mio parere l'arma più efficace - dice ancora Capitoli - a nostra disposizione è la mascherina che dovremmo imparare tutti ad usare poiché rappresenta per questa infezione la misura chiave nel contenimento della epidemia. Ma perché questo presidio diventi efficace è importante che sia adottato da tutti e per far sì che questo avvenga è essenziale far capire anche e soprattutto agli adolescenti i meccanismi di trasmissione del Coronavirus. Ribaltando la convinzione di chi vede nella mascherina un modo per difendere se stesso dall'infezione, invece che consideralo uno dei presidi più importante per non diffondere il contagio. Quindi lo slogan deve diventare tutti con la mascherina per non infettare gli altri, non, o non solo, per non infettarsi. Ma i giovani lo capiranno? Lo metteranno in pratica? O magari si vergogneranno o avranno timore di essere presi in giro dai coetanei? «A questo punto sarà particolarmente opportuno l'intervento educativo delle famiglie, che come per tante problematiche riguardanti la salute, dovranno rafforzare questo messaggio e convincere i propri figli che, ancora una volta, prevenire è meglio che curare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero