Terni. Divorzi e separazioni: meglio dal giudice che davanti al sindaco

Terni. Divorzi e separazioni: meglio dal giudice che davanti al sindaco
LA TENDENZA Divorzi e separazioni, il cittadino ternano, per porre fine ad una storia d'amore, preferisce ancora la via tradizionale. A fronte dei trecentoquarantatré...

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LA TENDENZA

Divorzi e separazioni, il cittadino ternano, per porre fine ad una storia d'amore, preferisce ancora la via tradizionale. A fronte dei trecentoquarantatré ricorsi per separazioni e divorzi presentati nell'anno 2023 nelle aule di giustizia di corso del Popolo, le negoziazioni assistite e le domande all'ufficiale di stato civile rimangono ferme a poche decine di unità: ottantatré le istanze in comune e solo sedici gli accordi di negoziazione assistita trascritti in anagrafe. In questi ultimi mesi, poi, si sono aggiunte in tribunale le domande in cui, in un colpo solo, si chiede al giudice separazione e divorzio, ben ventitré. Il flop degli strumenti alternativi alla strada giudiziale è evidente. Come mai? «Forse, perché Terni è un tribunale veloce», afferma, sorridendo, con un pizzico di orgoglio la Presidente facente funzioni Monica Velletti, con un bagaglio importante alle spalle di procedimenti in materia di diritto di famiglia, oltre che componente della relativa commissione ministeriale che ha dato alla luce la riforma "Cartabia", che ha stravolto i riti processuali. Non l'ha meravigliata il dato statistico e fornisce una sua chiave di lettura: «Oltre ai tempi contenuti che questo tribunale riesce a dare nei procedimenti consensuali, ci sono altri fattori, ad esempio la possibilità di avere un solo legale, limitando i costi, diversamente a quanto previsto nelle negoziazioni assistite che richiedono la presenza obbligatoria di due avvocati, uno per ogni coniuge.

Il fattore economico, in questo momento di crisi, è un dato che influisce molto sulle scelte. Pensi che nei procedimenti di famiglia sono tantissime le parti ammesse al patrocinio a spese dello Stato. Poi, negli atti dinanzi a me possono essere fatti anche i trasferimenti immobiliari, senza alcun problema di trascrizione sollevato dal conservatore». (in questo caso, risparmiando anche i soldi per il notaio n.d.r.). Ulteriore fiore all'occhiello del tribunale ternano, nel settore "famiglia", è la quasi totale assenza di pendenze nel triennio. «Inoltre, voglio ricordare prosegue la presidente che noi siamo stati tra i primi a permettere di chiedere, in un unico atto, separazione e divorzio anche nei procedimento consensuali, non solo nei giudiziali, non abbiamo aspettato il pronunciamento della cassazione sul punto. La nostra sentenza è stata anche pubblicata sul "Foro italiano». Quindi, quei coniugi che a marzo dello scorso anno, all'entrata in vigore della riforma "Cartabia", «hanno presentato domanda congiunta, a gennaio prossimo si troveranno divorziati dopo solo dieci mesi e, per il futuro, prevedo tempi ancora più brevi». Anche nelle negoziazioni assistite si potrebbero fare i trasferimenti immobiliari e avere il cambiamento di stato civile in poco tempo, ma non vengono scelte. Perché? «Perché richiedono un grande impegno e una assunzione di responsabilità non indifferenti, oltre a delle competenze specifiche non solo giuridiche, ma anche psicologiche, entrando in contatto con una sfera molto personale e intima degli assistiti», dichiara l'avvocata Elisabetta Brunetti, componente della commissione famiglia del consiglio dell'ordine degli avvocati. «Quando c'è un'alta conflittualità prosegue - è difficile riuscire a conciliare interessi economici e personali dei coniugi e fare capire la convenienza che avrebbero nell'intraprendere la strada stragiudiziale che eviterebbe anche la "fatica" psicologica di comparire dinanzi ad un giudice, inoltre in tempi velocissimi. Pensi che, qui a Terni, dal deposito dell'atto in procura alla trascrizione in comune, passano solo un paio di settimane».

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Il Messaggero