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TERNI Sopravissuto al naufragio della Concordia ha battuto il terribile virus, e ora, dopo essere rinato per la seconda volta, vuole dedicarsi agli altri, in particolare aiutare medici e infermieri. Ecco la storia di Umberto Trotti.
«Ho visto la morte in faccia, per almeno tre lunghi giorni durante i quali non ho mai preso sonno, poi qualcuno dal cielo, sono sicuro mia mamma, ci ha messo le mani, e pian piano ho iniziato a migliorare sorprendendo anche i medici dell’ospedale di Terni. Oggi mi sento un uomo, nuovo, completamente diverso e voglioso di fare qualcosa per il prossimo».
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Umberto Trotti, 44 anni, di Ferentillo, di professione Chef – è titolare di un ristorante proprio in Valnerina, appena fuori il paese - è appena uscito dal dramma del covid 19. Per quindici giorni è stato ricoverato all’ospedale Santa Maria di Terni. Un’esperienza talmente traumatica che sente come una folgorazione. Un momento in cui la vita cambia completamente. «E’ vero. Ho avuto il virus con la polmonite bilaterale ed oggi per la prima volta sono risultato negativo al tampone. In questi giorni ho pensato molto al senso della vita. Ho rischiato di morire , l’ho quasi desiderata la morte per i forti dolori che ho accusato per tutto il corpo, quindi è come se fossi rinato a nuova vita e allora voglio fare qualcosa, nel mio piccolo, che possa aiutare chi sta vivendo questa esperienza».
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Umberto Trotti, che è sposato con la signora Fiorda Hanzai ha due figli: Carletto e Valentino.
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«Quando sembrava tutto volgere al peggio è avvenuto il miracolo e proprio per questo mi arrabbio con chi vuole negare tutto – sostiene Umberto Trotti – il Covid è terribile, ti distrugge il corpo. Oggi mi sento un uomo felice, come se fossi nato di nuovo, un’altra volta». Trotti ha deciso allora di mettere in cantiere una grande iniziativa, molto originale, speciale. «Abbiamo già il titolo della manifestazione: i 100 Chef. Saremo infatti un centinaio di ristoratori provenienti da ogni parte d’Italia che metteremo a punto a Ferentillo, e in Valnerina, un percorso di postazioni gastronomiche dove ognuno offrirà le proprie specialità». Non ci sarà un prezzo fisso per mangiare, ma solo offerte che poi devolveremo all’ospedale di Terni».
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Il Messaggero