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Covid, il governatore del Veneto Luca Zaia punta il dito contro gli assembramenti delle persone, colpevoli, secondo Zaia, di causare l'aumento del contagio: «Il contagio cresce per gli assembramenti. Non voglio gestire la diffusione a suon di ordinanze». Il presidente del Veneto lo ha detto in diretta oggi su Facebook, giovedì 26 novembre 2020, snocciolando i dati sulla pandemia da Coronavirus in Veneto e le misure adottate dalla Regione per contrastare la diffusione del virus. Oggi, infatti, nel Veneto entra in vigore l'ultima ordinanza firmata dal governatore.
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I dati
Tamponi molecolari fatti ad oggi 2 milioni 734mila, tamponi rapidi 878.756. Isolamento 44437 persone. Positivi da inizio pandemia 134.056 (+3980) - i positivi crescono in proporzione ai tamponi fatti - ricoverati 2579 (+50), in terapia intensiva si trovano 323 persone (-1). Morti 3501 (+72 nelle ultime 24 ore, erano 76 il giorno prima).
Appello agli infermieri
Un appello agli infermieri del sistema sanitario del Veneto a prestare servizio straordinario, oltre l'orario normale in corsia, nelle Case di riposo della regione è stato lanciato oggi dal governatore Luca Zaia.«Chiediamo a chi lo può fare - ha detto Zaia - di poter prestare la propria opera, extra orario di lavoro, presso le case di riposo. È volontariato, ma sarà retribuito, 35 euro all'ora. Faccio appello a tutto il nostro personale infermieristico, magari anche solo per fare un'ora nelle Rsa, perchè sono in estrema sofferenza. Mentre c'è chi parla di Natale, dei regali e del cenone, nelle case di riposo abbiamo anziani isolati a causa del virus che non vedono più i parenti da mesi».
«Scuola, rischioso aprire e chiudere subito dopo»
«Penso sia rischioso aprire la scuola il 9 dicembre e chiudere subito dopo.
«Sci, oggi le risposte dall'incontro con Boccia e Speranza»
Ci sarà anche Il tema degli impianti sciistici, annuncia il governatore Luca Zaia, tra gli argomenti che oggi pomeriggio verranno discussi tra Regioni, Anci, Upi e i ministri Boccia e Speranza, in vista del prossimo Dpcm. «Capirò oggi cosa diranno - afferma Zaia -. I presupposti sono sempre gli stessi; la salute viene prima di tutto, ma se si chiude bisogna ristorare, e se si chiude e si ristora, bisogna evitare che gli altri aprano. Ci vuole un trattamento perequativo, altrimenti si fa la figura dei 'pirla' di fronte al mondo intero. Chiudere le piste da noi e pensare che in Austria, in Svizzera e in Slovenia invece si può sciare diventa davvero difficoltoso e anche imbarazzante».
«In Austria - ricorda Zaia - danno fino all'80% del fatturato perso, idem in Germania con percentuali diverse. Penso che in Italia molti operatori avrebbero anche accettato percentuali inferiori. Invece si è fatta questa scelta; si pensi solo al tema del bonus che non ha cambiato la vita con i 600 euro. Così gli operatori si trovano più in difficoltà ad affrontare i temi di restrizione perchè nessuni crede più ai ristori». «Lo sci - conclude - è uno sport salutare, fatto all'aria aperta, è un'ambiente ideale per non diffondere il contagio. Ovviamente bisogna evitare l' assembramento. È una partita complicata. Ma la chiusura dello sci è la fine della montagna. In conto bisogna mettere non solo l'impatto economico, ma anche sociale che sarà devastante».
Pordenone, uccide la compagna a coltellate. L'avvocatessa che doveva difenderlo rinuncia: "Non posso accettare"
È arrivato in Questura con le mani ancora sporche di sangue, dopo aver ucciso la compagna Aurelia Laurenti con numerose coltellate al collo. È accaduto la notte scorsa a Riveredo in Piano, in provincia di Pordenone , dove l'uomo, Giuseppe Forciniti, è andato poi a costituirsi.
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Il Messaggero