Covid, contagio in frenata: possibile una zona arancione rafforzata

Covid, contagio in frenata: possibile una zona arancione rafforzata
PERUGIA - Con la curva epidemica che dopo 24 giorni è tornata sotto la soglia dei 2mila casi settimanali, per l’Umbria torna a farsi strada l’ipotesi di una...

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PERUGIA - Con la curva epidemica che dopo 24 giorni è tornata sotto la soglia dei 2mila casi settimanali, per l’Umbria torna a farsi strada l’ipotesi di una zona arancione “rafforzata”. E in Regione si torna a parlare anche di scuola. L’ultimo bollettino Covid, infatti, ha confermato un trend che sembra ormai prefigurare una stabilizzazione dei contagi, anche se al ritmo medio di 270/280 nuovi positivi giornalieri. Arrivano anche timidi segnali di allentamento della pressione sugli ospedali, anche se col 57% di occupazione posti letto in terapia intensiva, il Cuore verde resta “osservato speciale”. Non accenna a piegarsi ancora, invece, la curva dei decessi: ieri altri 11, tre a Marsciano.


L’evoluzione dei contagi sembra disegnare una timida fase discendente, col totale dei casi settimanali tornato sotto quota 2mila, come il 29 gennaio. Dieci giorni prima del culmine tra il 9 e il 12 febbraio con oltre 2.570 nuovi positivi nei sette giorni: ieri altri 292 casi (in salita rispetto al giorno precedente), 1.904 settimanali. Le nuove diagnosi sono state certificate a fronte di 7.286 tamponi, 4.201 processati con test molecolare, 3.085 con antigenico, con un tasso di positività globale del 4%, più basso della media mobile (4,7%). Anche considerando l’incidenza dei nuovi casi sui test molecolari, si apprezza un trend discendente, con la media mobile che in una decina di giorni è passata dal 9 all’8%. Resta tuttavia elevata e stabile intorno al 30% l’incidenza dei nuovi contagi sui casi testati, dato doppio rispetto a quello nazionale.
Il raffreddamento della curva epidemica porta comunque a pensare a un mini allentamento delle misure restrittive e tra le ipotesi al vaglio della Regione ci sarebbe anche quella di un ritorno a una “fascia arancione rafforzata” in entrambe le province. Sul tavolo anche la questione scuola, con un ragionamento sulle riaperture che, nel caso, si concentrerebbe solo su asili nido e scuole dell’infanzia.
Si stanno allontanando dai picchi raggiunti nei giorni scorsi le ospedalizzazioni: 460 i degenti Covid in area medica (13 in meno rispetto al giorno precedente), 80 in area critica (uno in più) con 4 ingressi giornalieri nelle terapie intensive. Al 57% il tasso di occupazione dei posti letto, dato che colloca l’Umbria al primo posto in Italia. Sul versante rianimazioni, guardando il dato settimanale dei nuovi ingressi a reparto, si apprezza una tendenza alla riduzione: dal 15 al 24 febbraio si è passati da 52 a 42.

Nessuna inversione di tendenza, per ora, nei decessi il cui dato sconta una maggiore latenza – di circa 21 giorni - rispetto ai movimenti della curva epidemica. Ieri altri 11 casi letali, con la media mobile ferma a 11,6, appena sotto il picco di due giorni fa (11,7): tre dei pazienti che hanno perso la vita nell’ultima giornata abitavano a Marsciano, due a Foligno, altrettanti a Bastia Umbra, territori “in trincea” da ormai un mese, particolarmente colpiti da questa terza ondata. Le altre vittime erano residenti a Magione, Perugia, Terni e fuori regione. Quanto alla prevalenza rispetto agli abitanti, la forbice tra le due province resta ampia ma negli ultimi 4/5 giorni, mentre l’indicatore di Perugia sembra essersi stabilizzato (da 326 a 274 casi settimanali ogni 100mila abitanti) quello di Terni si conferma in risalita (da 72,48 a 83,6). Impennata di contagi a Parrano, 10 in una giornata, 13 in tutto, uno ogni 38 residenti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero