Condannato, a poco più di tre anni dai fatti, per omicidio preterintenzionale nei confronti dell’anziana madre. E’ il succo della sentenza pronunciata dal...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Napoli, anziano spara ai figli disabili a Soccavo e ne uccide uno. «Disperato per il loro futuro»
Uccide il padre nel sonno a coltellate, arrestato ventenne. Il cugino: «Non accettava la nuova compagna»
Ostia, tragedia di Ferragosto: lite per soldi, il figlio strangola e uccide il padre
LA SENTENZA
Nelle scorse settimane è stata pronunciata la sentenza, nella causa di primo grado definita con giudizio abbreviato, contro il 55enne (difeso dal legale di fiducia Manola Antinori Petrini) imputato di omicidio preterintenzionale perché all’interno dell’abitazione “con atti diretti a percuotere e ledere la propria madre consistenti nel colpirla con violenza in più parti del corpo, nel graffiarla, nel morderla, nello strattonarla e farla cadere a terra, ne cagionava la morte per “scompenso cardio-respiratorio insorto sulla base dello stato anteriore patologico e anche dell’età avanzata, a causa della violenza colluttazione e della condizione di stress ad essa correlato” con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti dell’ascendente”. La figlia della vittima, e sorella dell’imputato, assistita difesa dall’avvocato Guido Bacino, s’è costituita parte civile. Il pm aveva chiesto la condanna dell’imputato alla pena di 4 anni di reclusione, la parte civile aveva depositato conclusioni scritte mentre il difensore aveva chiesto l’assoluzione per incapacità di intendere e di volere dell’imputato, in via subordinata la riqualificazione del fatto nel reato previsto dall’articolo 586 del codice penale e cioè “morte o lesioni come conseguenza di altro reato”. Nella sentenza il giudice Paolo Mariotti ha dichiarato l’imputato “colpevole del fatto a lui ascritto, riconosciute le circostanze attenuanti generiche e il vizio parziale di mente, ritenute prevalenti rispetto alla contestata aggravante, applica la diminuente per il rito, per l’effetto lo condanna alla pena di 4 anni di reclusione” e gli applica “per anni 3 la misura di sicurezza della libertà vigila con la prescrizione di dimorare in una struttura ritenuta idonea”. Una storia di dolore, questa, che ha segnato una intera comunità. Madre e figlio vivevano dovendo fare i conti con diverse difficoltà. E questo contesto potrebbe aver contribuito a complicare i loro rapporti.
giovanni.camirri@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero