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Se avesse seguito le indicazioni del protocollo sarebbe tornata in classe, tra i suoi alunni, e probabilmente li avrebbe contagiati. Per fortuna lei non si è fidata, anche perché non si sentiva ancora in perfetta forma, ed ha deciso di andare a fare un tampone in un laboratorio privato. E' un racconto che fa riflettere quello della giovane maestra, che dai primi di ottobre combatte contro un virus che pare non avere intenzione di mollarla.
«Una settimana fa ero stata liberata dalla quarantena senza tampone di controllo perché il protocollo, così mi hanno precisato, prevede che un positivo, dopo 21 giorni di quarantena, può essere ritenuto automaticamente guarito. Visto che in un mese e mezzo di reclusione ho maturato una certa diffidenza nelle istituzioni, ho pensato bene di fare privatamente il tampone, che è costato 92 euro. E che ovviamente ho pagato di tasca mia, ma non mi sentivo ancora bene e non avrei mai fatto l'errore di tornare a scuola senza avere la garanzia che il virus non c'era più».
Carica virale
L'insegnante non stava nella pelle, aspettava da giorni il momento di tornare in classe.
Da ieri per la maestra sono iniziate altre due settimane di reclusione. «E' il giusto prezzo da pagare se sono riuscita a risparmiare bambini e colleghi - dice. Ora mi chiedo se qualcuno deciderà di farmi un tampone prima che io possa tornare in classe». Il suo è un appello accorato a chi si trova di fronte ad un bivio: rispettare il protocollo senza accertare la tanto desiderata negatività oppure agire con coscienza pagando un tampone in un laboratorio privato. «Vi chiedo di non essere leggeri - dice - perché il rischio è davvero troppo elevato».
Zona rossa: regioni Puglia, Liguria e Basilicata verso la stretta
ROMA "Al momento non c'è una crescita dell'epidemia, ma forse una leggera diminuzione". Così ieri, Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, analizzando la situazione italiana nella consueta conferenza stampa di aggiornamento ha acceso una prima flebile luce in fondo al tunnel.
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Il Messaggero