Corte dei conti, a rischio le inchieste sulle partecipate

Corte dei conti, a rischio le inchieste sulle partecipate
PERUGIA - Società partecipate e il rischio del tana libera tutti. Perché è possibile che da giovedì i danni alle casse pubbliche non passino più...

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PERUGIA - Società partecipate e il rischio del tana libera tutti. Perché è possibile che da giovedì i danni alle casse pubbliche non passino più sotto la lente della Corte dei contima si vedano col telescopio della giustizia civile. Non solo in termini di lungaggini, ma anche di probabilità di denuncia: un ente farebbe causa all’amministratore che ha nominato, sbeffeggiando se stesso? Inizierebbe una vertenza contro una presunta infedeltà? E soprattutto, con che tempi potrebbe sperare di ottenere ragione e, soprattutto, soldi? È questa la paura dell’Associazione magistrati della Corte dei conti, presieduta da Fulvio Longavita (consigliere della sezione giurisdizionale umbra), che sottopone i dubbi sul Testo unico sulle società a partecipazione pubblica che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare il 21 gennaio.


Una riforma, spiega l’Associazione, che «opera una forte contrazione dei poteri giurisdizionali della Corte medesima in tale materia». In pratica, non spetterà più alla procura contabile bacchettare gli eventuali danni all’erario pubblico, ma saranno solo gli organi societari (socio pubblico compreso) a potersi rivalere davanti a un giudice ordinario. Bagarre tra addetti ai lavori? Non proprio, considerando come la magistratura contabile ha come compito quello di denunciare sprechi, cattive gestioni e abusi (compresi fenomeni di «corruzione e malaffare», scrive Longavita, legati al settore dei rifiuti, tra i must delle partecipate) adoperandosi per il recupero delle risorse pubbliche. Soprattutto in un momento di crisi economica che «comprime i bisogni essenziali della collettività», con l’esigenza «che la tutela sia posta in essere attraverso un’azione efficace a carattere pubblico, quale è quella del pm contabile». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero