Una riforma, spiega l’Associazione, che «opera una forte contrazione dei poteri giurisdizionali della Corte medesima in tale materia». In pratica, non spetterà più alla procura contabile bacchettare gli eventuali danni all’erario pubblico, ma saranno solo gli organi societari (socio pubblico compreso) a potersi rivalere davanti a un giudice ordinario. Bagarre tra addetti ai lavori? Non proprio, considerando come la magistratura contabile ha come compito quello di denunciare sprechi, cattive gestioni e abusi (compresi fenomeni di «corruzione e malaffare», scrive Longavita, legati al settore dei rifiuti, tra i must delle partecipate) adoperandosi per il recupero delle risorse pubbliche. Soprattutto in un momento di crisi economica che «comprime i bisogni essenziali della collettività», con l’esigenza «che la tutela sia posta in essere attraverso un’azione efficace a carattere pubblico, quale è quella del pm contabile».
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