Coronavirus, spopola #iobevoacasa brindisi e simpatia attraverso Skype

Lucrezia Sarnari e le sue amiche durante la prima prova del #iobevoacasa
PERUGIA «Se nel fine settimana non possiamo vederci, perché il solito aperitivo del venerdì non lo facciamo via Skype». È nata così, con...

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PERUGIA «Se nel fine settimana non possiamo vederci, perché il solito aperitivo del venerdì non lo facciamo via Skype». È nata così, con una battuta, l’idea di Lucrezia Sarnari, la blogger conosciuta come Ceraunavodka, luce in fondo al tunnel delle mamme “che hanno bisogno di un drink”. E che oggi, quel drink, lo offre virtualmente lanciando l’hashtag #iobevoacasa: un appuntamento social per restare vicini, passare insieme l’ora dell’aperitivo ai tempi del coronavirus.

Lucrezia, hai unito le tue passioni: social, amici e – perché no – aperitivi. Ma anche solidarietà e vicinanza
«Ho pensato a quello che avrei potuto fare per rendermi utile. In questo momento in cui dobbiamo restare tutti in casa, ci sono tante iniziative per occupare il tempo e per tenere compagnia a chi è solo, come alcune mie amiche. C’è chi fa corsi o propone #ioleggoacasa. Io ho iniziato con #contagiaconilsorriso: ogni giorno consiglio libri e serie tv su Instagram. Finché, parlando con una mia cara amica, ci è venuto in mente l’aperitivo su Skype: parliamo, chiacchieriamo, ci guardiamo in faccia e magari mangiamo e beviamo le stesse cose. Così, per sentirci comunque vicini». 
Lucrezia Sarnari, come funziona? 
«Ci siamo dati appuntamento per venerdì alle 19.30. E chi vuole può aggiungersi alla nostra chat, fornendoci prima il contatto. Ma chiaramente il mio invito è a farlo ognuno con chi gli va, con i propri amici, per non lasciarci andare alla solitudine, in un momento difficile per tutti». 
Ma vi preparate come se doveste uscire
«Certo. Alcune mie amiche vorrebbero restare spalmate sui divani, ma le regola è chiara: via il pigiama che dopo le prime 48 ore diventa cronico, vestiamoci e trucchiamoci. Per combattere anche l’abbrutimento da rinchiusi in casa». 
Che riscontri hai avuto?
«L’iniziativa è piaciuta, ho sentito soprattutto tanto calore e bisogno della gente di trovare attività interessanti. E in questo momento i social si stanno dimostrando davvero positivi, perché sono utili a farci restare vicini, non ci sono solo iniziative che prevedono solidarietà materiale, ma vera e propria socialità». 
E chi prepara gli aperitivi?

«Ognuno il suo. Ma #iobevoacasa potrebbe essere un’idea anche per i commercianti che in questo momento sono costretti a restare chiusi. Mi ha scritto Simone Mariani da Umbertide, per esempio, che si è inventato i cocktail a domicilio. C’è chi, come l’Osteria Dodici Rondini a Foligno, ha reso social il menù e porta la cena a casa: quindi magari il mio hashtag potrebbe lanciare anche un’alternativa per chi in questo momento non può avere clienti al bancone». Chapeau. Anzi. Cheers. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero