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PERUGIA - Una sola buona notizia a essere sintetici dal briefing del giovedì al Broletto: l’età media dei contagiati si tiene bassa:40 anni.
L’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, va dritto al punto: quello degli ospedali. «L’attenzione è alta e stiamo riadattando le terapie intensive, come durante la prima fase. Da domani entriamo nel livello 4 di allerta negli ospedali».
L’incidenza dei ricoveri sui positivi sale fino al sei per cento e mette sotto stress gli ospedali. Primi tra tutti i reparti di Malattie infettive e le Pneumologie. Su quel dato di ricoveri tra l’uno e il due per cento dei malati finisce in Rianimazione. Ecco perché con il trend di crescita esponenziale della curva dei positivi la Regione ha deciso di andare a livello 4 di allarme sul fronte della gestione ospedaliera della lotta all’epidemia.
Questo significa, ha detto Coletto, che dovranno essere scelti due ospedali da destinare ai malati Covid-19. L’obiettivo della Regione è arrivare a un intervento cuscinetto. Cioè non bloccare tutto, urgenze escluse, come successo durante il lockdown. E quindi fare in modo che i due ospedali di secondo livello, Perugia e Terni, arrivino a una saturazione di posti Covid-19, se necessario, ma senza andare oltre. Ecco che servono ospedali dedicati. Coletto, il direttore regionale della Sanità, Claudio Dario e il commissario straordinario per l’emergenza, Antonio Onnis, hanno indicato la necessità di due ospedali.
Così se Pantalla riceverà malati a bassa intensità, servirà scegliere almeno un altro polo (se non due) di quelli di primo livello. Nessuno lo dice ancora apertamente anche se la scelta è questione più di ore che di giorni(domani c’è il vertice al Cor), ma Spoleto potrebbe essere l’ospedale più accreditato per la trasformazione in Covid hospital. Non Foligno che dalla Regione viene considerato il terzo polo dopo Terni e Perugia. Non Branca per la presenza del centro regionale sulla fibrosi cistica. Spoleto avrebbe il vantaggio di essere baricentrico rispetto a Terni e Foligno; rispetto alla dislocazione più periferica di Orvieto e Città di Castello (comunque in ballo). Ipotesi che si rincorrono. Dovesse toccare a Spoleto non significa che non ci saranno posti Covid a Foligno e Città di Castello che sono i primi a intervenire dopo Perugia e Terni.
«La gestione dei pazienti Covid positivi o sospetti-spiega il dg Claudio Dario- compatibilmente con il necessario impegno di risorse per fronteggiare la eventuale seconda ondata dell’epidemia, dovrà salvaguardare non solo le reti cliniche tempo dipendenti e le attività chirurgiche di emergenza e quelle rivolte al trattamento delle patologie cosiddette maggiori, ma finché sarà possibile tutte le altre attività assistenziali e di screening per la popolazione».
Il piano di emergenza degli ospedali è stato sviluppato per livelli, come hanno spiegato Coletto e Dario, in base al numero di casi positivi che hanno bisogno di ricovero.
Il Messaggero