«Tranquilli ragazzi non mi arruolo per la Legione Straniera, non vado a combattere in guerra, parto per Bergamo perché voglio dare il mio sostegno ai colleghi...
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Mattia, l'infermiere dei tamponi Covid a domicilio: «Siamo i più esposti al contagio»
Terni, carabinieri donano mascherina ad anziano che vagava per la città alla ricerca di un medico per averla
Uno di loro, quello con cui condivide la passione per i viaggi, ricorda che Matteo è stato anche in Kenya e in Perù, a dare il suo contributo professionale. «Negli ospedali di Veneto e Lombardia - dice Matteo lavorano colleghi che ho conosciuto nel corso della mia carriera. Che da settimane lavorano senza sosta in una situazione di totale eccezionalità. Li ho contattati per sapere come andava. Ecco vorrei chiarire che il mio vuole essere un contributo al loro grandissimo impegno, per aiutarli a fronteggiare insieme un'emergenza sanitaria mai vista prima. E' ovvio che in una situazione opposta mi sono detto che sarebbe stato bello che altri colleghi fossero venuti in mio aiuto. Un concetto cristiano. Non vado a fare l'eroe. Non lo sono. Sono solo un medico che si mette a disposizione. I miei pazienti non devono pensare che preferisco salvare la vita dei bergamaschi piuttosto che la loro. E prometto a mia moglie e ai miei amici di condividere questa importante esperienza con loro via whatsapp, in videochiamata, come si fa ormai ai tempi del Coronavirus». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero