Incoraggiare le arene all'aperto e riscoprire i drive-in per contrastare la chiusura delle sale cinematrografiche. E' successo negli Stati Uniti ma l'idea piace anche...
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L'idea solletica il palato anche a Terni, vista la disponibilità di luoghi come il parcheggio dello Staino o anche i Campacci a Marmore. «L'idea del drive-in può essere perseguita - dice Alessandra Caraffa, coordinatore del Caos della cooperativa Macchine Celibi che da dicembre scorso gestisce il centro arti opificio siri - la città sconta la chiusura dei cinema e la carenza di offerta si sente. Rivedere le modalità di fruizione potrebbe essere interessante. Vanno valutate le risorse e anche la fattibilità, ma il pubblico potrebbe recepire questa novità».
La cultura cinematografica va sostenuta e oggettivamente la sala è sempre meno fruibile: «Le prime notizie che arrivano sugli eventi all'aperto - dice - sono sconfortanti perchè scaglionare le presenze significa minor sostenibilità».
La proposta punta a tenere in piedi un comparto che nel 2019 in tutta Italia ha staccato oltre 100 milioni di biglietti, partendo benissimo (+20%) anche a inizio 2020, per poi registrare una fortissima crisi di esercenti e distributori con il lockdown. Michele Castellani, un'istituzione nel settore, lascerà a giugno la gestione del Cityplex dopo cinque anni: Le case di distribuzione sono ferme, l'ultimo film in uscita era quello di Verdone ma è stato bloccato. Il drive-in potrebbe essere un'idea ma servono film validi ed in tutto il mondo l'industria è ferma. La risposta potrebbe essere nelle arene all'aperto, ma anche lì bisognerà stare distanziati e indossare guanti e mascherine. In questo momento abbiamo bisogno di risposte chiare e meno burocrazia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero