Le notifiche fioccano, WhatsApp squilla a tutte le ore. Nonna e nipote si tengono costantemente aggiornate sull'andamento dei lavori per il carro di maggio. «Azzurra mi...
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«Con mia nipote abbiamo comprato le vernici, i materiali e il legno prima che arrivasse il decreto, avevamo scelto insieme l'idea da realizzare e pensavamo di metterci insieme al lavoro. Poi è arrivato il blocco agli spostamenti lei vive in centro a Terni, ed io a Cesi. Impossibile lavorare affiancate ed allora ci siamo affidate alla tecnologia, video e foto, passo passo, per documentare il nostro lavoro», dice sorridendo Sandra Bianconi. «Non ero particolarmente affascinata da WhatsApp, ma devo dire che è un bellissimo modo per condividere comunque, per sentirci vicine, io e mia nipote, per far continuare a vivere la nostra passione condivisa per il Cantamaggio», racconta ancora Sandra Bianconi. E si va avanti perché i maggiaioli sono decisi a non saltare assolutamente l'edizione 2020 del Cantamaggio. Oltre a Sandra Bianconi e sua nipote Azzurra che lavorano per il carro Casali di Papigno, ci sono altri al lavoro, si preparano fiori di legno, stoffa e carta, piccole rifiniture.
«Certo dovremmo adeguarci alla situazione ma pensiamo di far slittare la data della sfilata, la festa di Primavera dei ternani ci sarà comunque», dice Maurizio Castellani presidente dell'Ente Cantamaggio. Irriducibili e testardi. «Il Cantamaggio non l'ha bloccato nemmeno Mussolini, l'aveva vietato ed i carri si sono realizzati in sordina all'interno del Palazzone, non ci piega nemmeno un virus tremendo come il Covid 19. La nostra festa si farà», nota Paolo Pennesi segretario dell'Ente Cantamaggio. Del resto la festa di Primavera, fossile sociale come dice l'antropologo ternano Andrea Agnetti nel suo ultimo libro, ha sempre rispecchiato le condizioni che si è trovata a vivere Terni, è stata cartina di tornasole di conflitti e contrasti. Ci saremo anche quest'anno statene certi, chiosa il presidente Castellani. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero