Condannati dalla Corte dei Conti dell’Umbria tre ex agenti della Polizia stradale di Todi che dovranno risarcire il Ministero dell’Interno per un totale di 4.475 euro...
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l'assenza. A questo punto decideva di avvicinarsi in prossimità della caserma e riconosceva l'autovettura (che avrebbe dovuto trovarsi in servizio sulla superstrada) parcheggiata invece in modo non facilmente visibile dietro la colonna di una pompa di benzina. Dopo aver stazionato lì per circa trenta minuti senza vedere avvicinarsi nessuno all’auto chiamava per ben due volte telefonicamente i due componenti della pattuglia di turno (Parrucci e Ricci), i quali non rispondevano. A quel punto il dirigente decideva di entrare in caserma e vedeva uscire dal portone insonnoliti e senza cinturone di servizio sia Parrucci sia Ricci, che si avvicinavano rapidamente all'autovettura mettendola in moto e gli riferivano di essere appena rientrati solamente per espletare un'esigenza di natura fisiologica». Secondo i giudici contabili (presidente Piero Carlo Floreani) «è privo di consistenza anche l’assunto difensivo degli incolpati secondo cui il rientro notturno in caserma sarebbe stato giustificato dalla necessità di adempiere al dovere di compilare i processi verbali delle multe, considerato che pur data per verosimile la sussistenza di una prassi in tal senso non risulta dimostrato in concreto espletamento di siffatte attività negli specifici giorni del periodo in questione». Il processo contabile è nato sulla scorta di quello penale. I tre, inizialmente sospesi per due mesi, non lavorano più a Todi ma prestano servizio altrove. Gli agenti, rinviati a giudizio nel 2015 per truffa ai danni dello stato, falsità, abbandono del posto o del servizio e altri reati, sono stati condannati con pene da un anno e due mesi a un anno e sette mesi; in appello però sono stati assolti per alcuni reati mentre per altri è arrivata la prescrizione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero