Tartarughe americane all'oasi di Colfiorito: scatta il monitoraggio

Un tartaruga americana
Tartarughe “aliene” nella palude di Colfiorito, il Comune attiva il monitoraggio della situazione. A confermarlo a Il Messaggero è il sindaco Stefano Zuccarini....

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Tartarughe “aliene” nella palude di Colfiorito, il Comune attiva il monitoraggio della situazione. A confermarlo a Il Messaggero è il sindaco Stefano Zuccarini. A denunciare il rischio di catastrofe naturale era stato, su queste colonne, era stato Alfiero Pepponi presidente di Lipu Umbria che ha parlato di rischio di «un autentico disastro per la biodiversità». La presenza aliena è quella della trachemys scripta, la tartaruga palustre americana che qualcuno, non potendo più tenerla in casa l’abbandona come in questo caso a Colfiorito o come in altri già noti lungo il fiume Topino o il Menotre.


IL PUNTO
«A breve – spiega il primo cittadino – attiveremo un momento di confronto su questa problematica affinché tutti i soggetti interessati tra cui il Comune, ciascuno per le proprie competenze possano dare il loro fattivo contributo per affrontare questa situazione nella maniera più idonea. È nostro preciso obiettivo contribuire affinché l’area del parco di Colfiorito, e la palude dichiarata di interesse internazionale dalla convenzione di Ramsar per le caratteristiche della sua torbiera, per la ricchezza di specie vegetali e quale habitat eccellente per l’avifauna, possano avere la massima tutela. Ovviamente ci muoveremo per ciò che riguarda l’ambito di competenza comunale nell’ottica della salvaguardia, promozione, tutela e – conclude - conservazione dell’ambiente».

«Si tratta di una minaccia – aveva spiegato il presidente di Lipu Umbria - per la biodiversità. La specie è onnivora generalista, in grado di predare molte altre specie acquatiche tra cui insetti, pesci, crostacei e anfibi ma anche, specie in età adulta, vegetazione , determinando un grave rischio di impoverimento dell’intera biodiversità degli ambienti umidi colonizzati. Certamente la Palude di Colfiorito, così come i nostri corsi d’acqua, non assomigliano in nessun modo ai fiumi e alle paludi che si trovano fra Virginia e Florida, habitat originario di questa specie ed in questi ambienti naturali potrebbero anche causare gravi danni all’ambiente divorando la flora e piccola fauna acquatica locale. Queste tartarughe non sono affatto nate lì, ma ci sono state abbandonate da chi non aveva più voglia di tenerle in casa, oltretutto commettendo il reato di abbandono di animale Vorrei quindi approfittare - per rivolgere un appello a tutti i lettori di non abbandonare animali di nessuna specie (rischiando oltretutto sanzioni penali) e, ancora meglio, di non acquistare animali esotici, che vivrebbero comunque sempre male nelle nostre case al di fuori del loro habitat e che avrebbero e creerebbero sempre problemi. Gli animali non sono giocattoli da regalare o usare per un po’ e poi gettare via, ma, una volta acquistati, vanno accuditi e curati per tutta la loro vita, che nel caso della tartaruga Trachemys scripta può arrivare a 40 anni raggiungendo dimensioni di venticinque centimetri di lunghezza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero