«I centri commerciali non rispettano le norme anti-Covid», i sindacati chiedono un incontro ai prefetti di Perugia e Terni

I controlli per lo shopping, in questo caso a Roma (foto d'archivio)
PERUGIA - «Ancora una volta ci arrivano da lavoratrici e lavoratori della grande distribuzione segnalazioni di gravi...

Continua a leggere con la nostra offerta speciale:

X
MIGLIORE OFFERTA
ANNUALE
19 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1 €
6,99€
Per 6 mesi
SCEGLI
2 ANNI
40 €
159,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PERUGIA - «Ancora una volta ci arrivano da lavoratrici e lavoratori della grande distribuzione segnalazioni


di gravi criticità nel rispetto delle normative anti-Covid in particolare sul contingentamento degli ingressi». A denunciarlo sono i sindacati del commercio dell' Umbria, Filcams Cgil, Fiscascat Cisl e Uiltucs Uil che hanno riscontrato nell'ultimo fine settimana «violazioni evidenti» delle regole che dovrebbero garantire la sicurezza di lavoratori e clienti.
«Ci è stato riportato ad esempio - scrivono la tre sigle in una nota - che in almeno una catena della grande distribuzione in vari punti dell' Umbria per smaltire le lunghe file che si erano create all'esterno dei punti vendita è stato consentito l'ingresso della clientela in evidente sovrannumero rispetto ai limiti consentiti».
«A questo si aggiunge il problema della gestione delle pulizie straordinarie che - rimarcano Filcams, Fisascat e Uiltucs - anziché essere affidate ad aziende esterne specializzate, vengono imposte a lavoratrici e lavoratori, nonostante non rientrino nelle loro mansioni contrattuali e possano aggravare il rischio di diffusione del contagio». Da qui la richiesta di un incontro con i prefetti di Perugia e Terni.
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero