Caso Suarez, fischio d'inizio per il processo: procura in pressing, difese in contropiede

Caso Suarez, fischio d'inizio per il processo: procura in pressing, difese in contropiede
PERUGIA - Dopo oltre due anni dall'avvio delle indagini lampo sul presunto esame «farsa» di Luis Suarez all'Università per stranieri, oggi inizia il...

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PERUGIA - Dopo oltre due anni dall'avvio delle indagini lampo sul presunto esame «farsa» di Luis Suarez all'Università per stranieri, oggi inizia il processo a carico dell'ex rettrice Giuliana Grego Bolli, del direttore generale Simone Olivieri e della professoressa Stefania Spina, accusati a vario titolo di falso ideologico, rivelazione di segreto d'ufficio e falso materiale per l'esame con cui il calciatore uruguaiano (ex Barcellona e Atletico Madrid, ora attaccante al Gremio) ottenne la certificazione di lingua italiana, necessaria per avere la cittadinanza che gli avrebbe permesso di essere acquistato dalla Juventus.

Due anni in cui, dopo il patteggiamento a un anno del professore che tenne l'esame, il proscioglimento dell'avvocato della Vecchia Signora e due posizioni in bianconero ancora da vagliare, le indagini della guardia di finanza coordinate dalla procura di Perugia hanno raccontato degli aiutini che il campione avrebbe ricevuto dai vertici della Stranieri e da alcuni docenti. Nessuna corruzione, nessun benefit per gli imputati, se non la pubblicità per l'ateneo e i soldi per l'iscrizione al corso per la certificazione, magari da estendere ad altri giocatori. C'è chi dice poca cosa, peccati veniali, anche senza voler considerare il boomerang mediatico invece ottenuto, e poi le dimissioni, gli ispettori, le sospensioni.


Ma la procura diretta da Raffaele Cantone (titolare del fascicolo con i sostituti Paolo Abbritti e Giampaolo Mocetti - vuole dimostrare come anche un vezzo da tifoso, un'autosuggestione da riflettori accesi, una galvanizzazione – ci si consenta – da provinciali se non si fermano alle vuvuzela sugli spalti e sono contro la legge vanno indagati e puniti. Forti delle intercettazioni captate per caso dalle fiamme gialle, impegnate con le cimici a palazzo Gallenga (era il settembre 2020) per un'altra inchiesta, che le difese però sono certe di poter ribaltare, contestualizzando magari certe affermazioni e conversazioni meglio di un brogliaccio investigativo. Perché sono proprio le intercettazioni e il materiale trovato su telefoni e pc che adesso gli avvocati Francesco Falcinelli e David Brunelli devono smantellare dal punto di vista del peso probatorio per dimostrare, come dichiarato fin dall'inizio, la correttezza dell'operato dei loro assistiti. La procura ha chiesto di convocare uno squadrone di testimoni bomber, le difese hanno scelto la panchina corta. Arbitra Carla Maria Giangamboni da via XIV Settembre, assistita da Lidia Brutti e Loretta Internò. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero