Ater, sparisce il fondo per i morosi incolpevoli arrivano i solleciti per decine di inquilini delle case popolari

Ater, sparisce il fondo per i morosi incolpevoli arrivano i solleciti per decine di inquilini delle case popolari
TERNI Una sorpresa amara per decine di inquilini delle case popolari arrivata tramite una raccomandata con la quale l’Ater intima di pagare, entro i termini di legge, i...

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TERNI Una sorpresa amara per decine di inquilini delle case popolari arrivata tramite una raccomandata con la quale l’Ater intima di pagare, entro i termini di legge, i canoni di affitto e le spese condominiali dal 2014 al 2016, con cifre che raggiungono anche i mille euro, visto che sono gonfiate dagli interessi. Solleciti inviati a persone che fanno parte delle categorie protette, come disabili, disoccupati e indigenti, che avrebbero dovuto avere accesso al “fondo ripiano morosità” di circa 40 mila euro deliberato dal Consiglio comunale e dall’ex Giunta di Leopoldo Di Girolamo nel luglio del 2016. Ma il fondo si è arenato nel mare magnum del dissesto finanziario, con l’arrivo del commissario prefettizio e poi dei tre commissari dell’Osl che hanno congelato la spesa e i conseguenti contributi ai morosi. Gli inquilini raggiunti dai solleciti, impossibilitati a pagare cifre così alte, ora hanno paura che possano perdere il diritto di continuare a vivere in una casa popolare e di essere sfrattati. Come Graziano ,57 anni, che abita in un palazzo dell’Ater in via Rosselli: «Sono appena tornato dall’ospedale - racconta Graziano che abita da oltre 30 anni con il suo cane in un piccolo appartamento al primo piano del condominio già divorato da mille problematiche - quando il postino mi ha recapitato la raccomandata dell’Ater con la richiesta di pagare immediatamente 824 euro per canoni e spese condominiali risalenti al 2014-2016, pensavo ad un errore, invece è tutto vero. Una vera e propria beffa, perché ero stra sicuro di aver avuto accesso al bando del Comune che mi permetteva di eccedere al fondo, solo ora ho saputo che lo stesso è sparito e non è mai stato erogato. Certo che io quei soldi non ce l’ho, perché sono disoccupato, ho gravi problematiche personali che mi impediscono di lavorare e campo con una misera pensione, come me tante altre persone che vivono negli alloggi dell’Ater». 


All’Ater confermano tutto: «Un fenomeno che è contenuto - dicono dagli uffici dell’ente -e che riguarda qualche decina di inquilini. A fronte di provvedimenti amministrativi che si sono creati nel tempo e non sono certo imputabili all’Ater, per noi il sollecito è un atto dovuto ma ci stiamo muovendo per attivare nuovo forme di sostegno e sussistenza alternativa a quelle che risultano congelate a palazzo Spada, perché si tratta di inquilini che effettivamente sono indigenti, sui cui ora grava un ulteriore problema finanziario; ma non li abbonderemo, non permetteremo che il sollecito si trasformi nella perdita dell’alloggio a loro assegnato».

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale pentastellato Thomas De Luca: «L’Ater ha garantito la massima disponibilità e ragionevolezza sulla vicenda, ma il comune di Terni deve sbloccare con urgenza quelle risorse congelate dal dissesto, è assurdo che non venga data priorità a queste risorse che sono destinate ai più fragili».

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Il Messaggero