Ater, sparisce il fondo
per i morosi incolpevoli
arrivano i solleciti per decine
di inquilini delle case popolari

Ater, sparisce il fondo per i morosi incolpevoli arrivano i solleciti per decine di inquilini delle case popolari
di Corso Viola di Campalto
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Mercoledì 26 Maggio 2021, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 17:39

TERNI Una sorpresa amara per decine di inquilini delle case popolari arrivata tramite una raccomandata con la quale l’Ater intima di pagare, entro i termini di legge, i canoni di affitto e le spese condominiali dal 2014 al 2016, con cifre che raggiungono anche i mille euro, visto che sono gonfiate dagli interessi. Solleciti inviati a persone che fanno parte delle categorie protette, come disabili, disoccupati e indigenti, che avrebbero dovuto avere accesso al “fondo ripiano morosità” di circa 40 mila euro deliberato dal Consiglio comunale e dall’ex Giunta di Leopoldo Di Girolamo nel luglio del 2016. Ma il fondo si è arenato nel mare magnum del dissesto finanziario, con l’arrivo del commissario prefettizio e poi dei tre commissari dell’Osl che hanno congelato la spesa e i conseguenti contributi ai morosi. Gli inquilini raggiunti dai solleciti, impossibilitati a pagare cifre così alte, ora hanno paura che possano perdere il diritto di continuare a vivere in una casa popolare e di essere sfrattati. Come Graziano ,57 anni, che abita in un palazzo dell’Ater in via Rosselli: «Sono appena tornato dall’ospedale - racconta Graziano che abita da oltre 30 anni con il suo cane in un piccolo appartamento al primo piano del condominio già divorato da mille problematiche - quando il postino mi ha recapitato la raccomandata dell’Ater con la richiesta di pagare immediatamente 824 euro per canoni e spese condominiali risalenti al 2014-2016, pensavo ad un errore, invece è tutto vero. Una vera e propria beffa, perché ero stra sicuro di aver avuto accesso al bando del Comune che mi permetteva di eccedere al fondo, solo ora ho saputo che lo stesso è sparito e non è mai stato erogato. Certo che io quei soldi non ce l’ho, perché sono disoccupato, ho gravi problematiche personali che mi impediscono di lavorare e campo con una misera pensione, come me tante altre persone che vivono negli alloggi dell’Ater». 
All’Ater confermano tutto: «Un fenomeno che è contenuto - dicono dagli uffici dell’ente -e che riguarda qualche decina di inquilini.

A fronte di provvedimenti amministrativi che si sono creati nel tempo e non sono certo imputabili all’Ater, per noi il sollecito è un atto dovuto ma ci stiamo muovendo per attivare nuovo forme di sostegno e sussistenza alternativa a quelle che risultano congelate a palazzo Spada, perché si tratta di inquilini che effettivamente sono indigenti, sui cui ora grava un ulteriore problema finanziario; ma non li abbonderemo, non permetteremo che il sollecito si trasformi nella perdita dell’alloggio a loro assegnato».

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale pentastellato Thomas De Luca: «L’Ater ha garantito la massima disponibilità e ragionevolezza sulla vicenda, ma il comune di Terni deve sbloccare con urgenza quelle risorse congelate dal dissesto, è assurdo che non venga data priorità a queste risorse che sono destinate ai più fragili».

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