Carsulae, tesori da rilanciare, Casciarri: «Mondo antico da scoprire e divulgare»

L'Anfiteatro restaurato
TERNI - Due anni di scavi, di indagini archeologiche, di restauri e messa in sicurezza delle strutture affiorate. «Un viaggio meraviglioso iniziato il 10 settembre del 2020...

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TERNI - Due anni di scavi, di indagini archeologiche, di restauri e messa in sicurezza delle strutture affiorate. «Un viaggio meraviglioso iniziato il 10 settembre del 2020 e terminato con la riconsegna dell’anfiteatro romano, il 4 settembre del 2022». Silvia Casciarri, direttrice dell’Area archeologica di Carsulae, parla di quel complicato intervento finanziato dalla Direzione regionale Musei dell’Umbria su progetto avallato dalla Soprintendenza, che ha fatto emergere un altro pezzo di città romana. Piccolissimo, anche se importantissimo. Perché Carsulae è un mondo ancora tutto da scoprire. «L’edificio risale alla seconda metà del primo secolo dopo Cristo. Ci abbiamo lavorato per oltre due anni dopo che, nel 2017, la Soprintendenza era intervenuta mediante un piccolo scavo nel settore occidentale. Le operazioni sono state molteplici – spiega la Casciarri – e hanno riguardato lo svuotamento dell’area riportando alla luce la struttura completa». L’ edificio di forma ellissoidale - il diametro maggiore supera gli 86 metri – non ha infatti niente da invidiare ad un’arena, ed è capace di ospitare eventi di vario genere. «Carsulae è un sito archeologico sul quale stiamo puntando molto – segnala la direttrice – perché ha grandi potenzialità e un grosso pregio: tra i tanti parchi che ho indagato, è sicuramente il più suggestivo. A noi addetti ai lavori, si presenta come una fotografia del passato rimasta intatta. Incredibile, peraltro, per la cornice paesaggistica in cui è incastonato. Questo è il solo sito al mondo in cui storia, archeologia e paesaggio si fondono. Per quanto ci riguarda stiamo continuando ad indagare con scavi e ricerche. In più stiamo portando a termine la costruzione dei nuovi depositi, progettati dalla Direzione dei musei per essere visitabili insieme al parco».


La riscoperta dell’area iniziò nel 16esimo secolo (all’epoca di Federico Cesi) e proseguì su ordine dello Stato pontificio. Gli scavi che però hanno contribuito al recupero vero e proprio del sito, avvennero dal 1951 al 1972 a cura di Umberto Ciotti, sebbene in maniera disordinata. Poi ripresero di recente. Già, gli scavi. Proseguono. E consegnano sempre nuove costruzioni. Tanto che i pannelli illustrativi sono stati tutti rinnovati e l'interesse aumenta: si assiste ad un costante incremento degli ingressi. Oltre alla domenica dell’inaugurazione dell’anfiteatro: la Casciarri in quell'occasione ha fatto da guida a 490 persone di pomeriggio e 300 di sera, «Segno che l’attenzione per questo parco c’è» - afferma. Ma c'è pure tanto altro da conoscere: «La maggior parte della città romana è sepolta sotto il terreno. Un mondo sommerso in cui i frammenti di storia vengono fuori poco a poco. Nel 2017 è stata riportata alla luce una nuova domus e la bottega di un fornaio». Anche i percorsi di accessibilità sono stati ampliati ed è stata aggiornata l’App che consente di accedere alle informazioni sui monumenti rinvenuti.

«Per l’amministrazione comunale, Carsulae non è più solo una meta turistica – dichiara l’assessore alla cultura Maurizio Cecconelli – ma è un luogo da vivere sempre. In cui si piò incrementare l’offerta culturale della città. Non a caso è stato deciso di organizzare lì la rassegna Carsulae Teatro, di ospitare il festival di arti performative Suoni Controvento, di farci arrivare i campionati mondiali di tiro con l’arco. Oltretutto, con la consegna dell’anfiteatro romano, Carsulae si colloca come ulteriore polo culturale di tutto il territorio, anche di San Gemini e Acquasparta». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero