Caro prezzi, a Terni l'inflazione non smette di mordere: alle stelle alcuni generi alimentari

Caro prezzi, a Terni l'inflazione non smette di mordere: alle stelle alcuni generi alimentari
Fare la spesa sta diventando come andare in altalena: da un mese...

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Fare la spesa sta diventando come andare in altalena: da un mese all'altro i prezzi cambiano e orientarsi tra le offerte e i prodotti di cui non si può fare a meno è sempre più complicato. Se l'inflazione ad aprile ha fatto registrare a Terni l'ennesima impennata, le previsioni per il mese di maggio lasciano intravedere una frenata dei prezzi. Ma a dettare il passo potrebbero essere i beni energetici e non i generi alimentari che resterebbero comunque alti. Per capire che cosa sta accadendo è bene dare un'occhiata al trend nel dettaglio: lo scorso mese d'ottobre l'inflazione a Terni ha toccato la punta record dell'11,8%, poi per cinque mesi si è registrato un calo fino ad arrivare all'8% di marzo mentre ad aprile si è verificato un nuovo incremento di mezzo punto percentuale rispetto al mese precedente. A maggio su scala nazionale si registra una nuova frenata con l'inflazione che si attesta al 7,6% contro l'8,2% di aprile. Tra qualche giorno, con la pubblicazione dei dati Istat elaborati dall'ufficio statistica del Comune, si saprà se Terni è in linea con questa diminuzione e in quale percentuale. Intanto dai dati di aprile emerge che il carrello della spesa è sempre più pesante. In quel mese si sono registrati aumenti consistenti per il pesce, il latte e i latticini e la farina, che hanno causato rincari anche nei prodotti di pasticceria e nel pane confezionato. Nel bollettino mensile elaborato dall'ufficio statistica del Comune si parla di "impressionanti aumenti su base annua di alcuni prodotti". Nel mirino finiscono lo zucchero, con un +58, il riso +42%, il pane confezionato +27% mentre per latte e latticini gli aumenti ad aprile hanno oscillato tra il 20 e il 30% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Un altro dato che fa riflettere e viene messo nero su bianco dallo stesso bollettino, è il cambio delle abitudini alimentari rispetto al caro prezzi. Nel documento si legge infatti che "i rincari di frutta e verdura sono più contenuti e ciò è sicuramente correlato anche al pesante calo di consumi che si è rilevato nelle abitudini di spesa delle famiglie". E poi ci sono forti aumenti anche per l'acqua minerale e per le bevande alcoliche in particolare la birra. Per quanto riguarda le altre tipologie di beni e servizi del paniere si segnalano aumenti che sfiorano il 50% nei biglietti aerei e incrementi nel costo delle autovetture, in particolare quelle usate e a benzina, dei pezzi di ricambio e degli pneumatici. Per maggio le stime preliminari Istat sembrano più rosee, ci si attende infatti una decrescita per ritornare con l'indice dei prezzi al consumo ai livelli di marzo. Il rallentamento, però, sarebbe "un effetto ottico", per dirla come il Codacons, dovuto alla diminuzione dei beni e di quelli non regolamentati. Secondo Carlo Rienzi, presidente di questa associazione di consumatori, "i prezzi degli alimentari rimangono a livelli sostenuti (+11,9%), al pari del carrello della spesa (+11,3%), impattando sulle tasche delle famiglie".

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Il Messaggero