Campagna elettorale d'estate: nove posti in Parlamento per gli umbri, è iniziata la rincorsa

La Camera dei deputati
PERUGIA Almeno quattro seggi sicuri al centrodestra, almeno due al Pd - campo largo, stretto o aperto che sia - tre caselle incerte. Parte da qui il ragionamento sui futuri eletti...

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PERUGIA Almeno quattro seggi sicuri al centrodestra, almeno due al Pd - campo largo, stretto o aperto che sia - tre caselle incerte. Parte da qui il ragionamento sui futuri eletti in Umbria. Il Cuore verde potrà contare questa volta solo su nove parlamentari, quindi spazi strettissimi per tutti i partiti.


Prima la Camera: sei posti in tutto in Umbria. Due collegi uninominali e quattro caselle nel proporzionale. Che vuol dire? Semplice, i candidati capolista di Fratelli d'Italia e Partito Democratico entreranno in parlamento, gli altri due posti sono più incerti anche perché il calcolo proporzionale per Montecitorio è fatto su base nazionale, tuttavia numeri alla mano è difficile ipotizzare che la lista della Lega non elegga. E sono tre su quattro. L'ultimo posticino è effettivamente un'incognita, potrebbe scattare un secondo eletto per il partito più votato oppure potrebbero beneficiarne i partiti più piccoli attraverso il conteggio dei resti nazionali. I due collegi uninominali, poi, saranno partite da giocare sul campo, ovvio che il centrodestra parta in vantaggio.
Al Senato il ragionamento segue uno schema simile: tre posti in tutto, due al proporzionale e uno all'uninominale, con la differenza che qui il calcolo si fa tutto su base regionale. I due posti del proporzionale sono prenotati dai capolista di Fdi e Pd, poi l'unico collegio uninominale sarà un match nel quale si misureranno le forze in campo.
I nomi. Presto per parlarne, ma siccome sarà una corsa contro il tempo tutti i parlamentari uscenti hanno già preso a muoversi. Nel centrodestra si ipotizza un candidato ciascuno tra Fdi, Lega e Fi nei collegi uninominali. Prima, però, c'è la partita per le posizioni di capolista. Si parte dagli uscenti, per Fratelli d'Italia Emanuele Prisco e Franco Zaffini. Il partito della Meloni è l'unico che può garantire qualcosa in più rispetto ai due parlamentari attuali. Tradotto in pratica: i due capolista certi, un collegio assolutamente contendibile e forse addirittura un secondo posto alla Camera. Ipotesi: di certo Marco Squarta ed Eleonora Pace e poi giù a scendere.
Nella Lega i nomi in cima sono tre: il segretario regionale Virginio Caparvi, Luca Briziarelli, Riccardo Marchetti. Non è escluso che uno dei tre accetti una candidatura buona fuori regione. Forza Italia (cioè Raffaele Nevi e Fiammetta Modena) dovrà giocare molto sul terreno dell'uninominale.
Nel Partito democratico si parte da due punti fermi: il tesoriere nazionale Walter Verini e il sottosegretario Anna Ascani. La soluzione più logica è il primo capolista al Senato e la seconda alla Camera, anche per ragioni anagrafiche, meno probabile che uno dei due venga traslocato fuori regione in posizione sicura. La linea, per ora, sarebbe quella di non muovere nessuno dal consiglio regionale, a cominciare dal segretario Tommaso Bori.
Per Azione sarà con molta probabilità candidato il coordinatore regionale Giacomo Leonelli. Dove e come (magari addirittura in un uninominale in casa) dipenderà dall'accordo che dovrebbero siglare a stretto giro di posta Enrico Letta e Carlo Calenda.
Intanto il Movimento 5 Stelle ha tenuto domenica sera ad Assisi l'assemblea regionale di riorganizzazione: tra presenti in sala e collegati in streaming oltre 100 partecipanti con il consigliere regionale Thomas De Luca nel ruolo di padrone di casa: la corsa in salita è iniziata così.
Federico Fabrizi

federico.fabrizi@ilmessaggero.it
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