Buoni propositi/Elezioni avanti c'è il posto

urna elettorale
Come fosse un derby, un concorsone o l’Oktoberfest, ottocento e passa candidati si sono iscritti a correre per le amministrative meno influenti dell’Umbria. Nel...

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Come fosse un derby, un concorsone o l’Oktoberfest, ottocento e passa candidati si sono iscritti a correre per le amministrative meno influenti dell’Umbria. Nel momento più basso della politica, dell’affluenza alle urne e della stima verso gli amministratori, c’è la più alta aspirazione a farne parte. In evidenza, lo sbriciolamento nella santissima Assisi: otto i candidati sindaco, 250 quelli smaniosi a diventare consiglieri, almeno 180 quelli pronti a fare eventualmente gli assessori. Due i possibili motivi dell’affollamento, uno scontato e l’altro pure, ma meno confessabile. Primo, il post-partitismo ha prodotto l’avanzata delle congregazioni condominiali (nelle città con più di 15mila abitanti) e familiari (sotto i quindicimila) con il frazionamento dei concorrenti i cui programmi spesso sono riferibili più al loro numero civico privato che alla comunità. Secondo, la disoccupazione. Trequarti degli aspiranti poteva anche candidarsi per un’audizione a un musical o a una missione su Orione, basta che si garantiscano uno sgabello, ora o in futuro. Un’aspettativa d’occupazione ormai entrata nel dna di cui, soprattutto in Umbria, sono pieni gli uffici pubblici: molti passati per la parte governante di un consiglio comunale, un assessorato o una comunità montana hanno ricevuto prima o dopo un posto pubblico che fosse la Provincia, il Comune o simili. In sostituzione del posto, hanno ottenuto comunque la facilità di averlo, per sé o per parenti e affini. Nulla di nuovo, si dirà. Vero, ma del lavoro questa razza ha più a cuore i diritti  dei doveri. Per inorridire quando scopre che si può lavorare di domenica o il primo maggio. E quindi sventola questo sdegno in campagna elettorale. Ma pensando più al suo numero civico privato che alla comunità.
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Il Messaggero