Bastia, imprenditrice evade oltre 600 mila euro di tasse

Bastia, imprenditrice evade oltre 600 mila euro di tasse
Un'imprenditrice cinese di 63 anni viene ritenuta responsabile di una maxi-evasione dell’imposta sui redditi Irpef da 400 mila euro e sull’Iva per 225 mila euro....

Continua a leggere con la nostra offerta speciale:

X
MIGLIORE OFFERTA
ANNUALE
19 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1 €
6,99€
Per 6 mesi
SCEGLI
2 ANNI
40 €
159,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Un'imprenditrice cinese di 63 anni viene ritenuta responsabile di una maxi-evasione dell’imposta sui redditi Irpef da 400 mila euro e sull’Iva per 225 mila euro. La donna è rinviata a giudizio ieri mattina dal giudice per l’udienza preliminare Margherita Amodeo: per l’imputata, titolare di un’azienda tessile di Bastia Umbra, il processo inizierà il 13 novembre davanti al tribunale di Perugia (giudice monocratico Emma Avella). I fatti contestati allo straniero, secondo il pubblico ministero Manuela Comodi colpevole di aver indicato nelle dichiarazioni «elementi passivi fittizi derivanti da fatture relative a operazioni oggettivamente inesistenti», risalgono al 2016 e si sono protratti fino al 2020. Nell’ottica accusatoria la 63enne, difesa dall’avvocato Alessandro Cicchi, deve difendersi anche dalla contestazione di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita in quanto «dopo aver commesso i reati impiegava nella propria attività di impresa il denaro per acquistare una Mercedes Classe V quale bene strumentale per un importo di 40 mila euro», tutto ciò per «ostacolare l’identificazione del denaro e la sua provenienza delittuosa». Tra le fonti di prova elencate dalla Procura insieme alla comunicazione di notizia di reato ci sono due note della Tenenza della Guardia di finanza di Assisi.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero